TicinoContro il caro benzina sul confine si fanno sconti sui prezzi in euro
SwissTXT / red
29.6.2022
Il rincaro dei carburanti e le riduzioni delle accise già da tempo introdotte in Italia continuano a mettere a dura prova le attività dei distributori in Ticino. Tanto da indurre i gestori in alcuni comuni di confine, per non perdere la clientela lombarda, a praticare sconti sui prezzi in euro. E in vari casi la differenza si aggira sui 30 centesimi.
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29.06.2022, 13:39
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Un'offerta che riscuote interesse, anche alla luce di una certa abitudinarietà nei consumi. «Per noi è comodissimo perché abitiamo proprio attaccati alla frontiera. Mi viene più comodo qua, che scendere a Luino a fare benzina», dichiara ai microfoni della RSI una conducente italiana.
«Essendo vicino al confine, molti frontalieri per comodità si fermano», osserva invece, sempre all'emittente di Comano, Primula Comolli, esercente di Euro Service Caslano, precisando però che il lavoro è comunque calato moltissimo.
Non potrebbe andare altrimenti, vista la tensione al rialzo che continua a persistere sul mercato: la benzina, stando alle ultime rilevazioni fatte dal TCS, è arrivata a 2 franchi e 28 centesimi al litro, mentre il carburante diesel è salito a 2 franchi e 40 centesimi. E con simili cifre sono inevitabili gli effetti sui volumi di vendita.
Le zone di confine soffrono di più
«Le zone di confine sono quelle che oggi stanno soffrendo molto di più», sottolinea dal canto suo Luca Giampietro, amministratore delegato di City Carburoil. «Si va da riduzioni dal 60% al 90%... Noi per esempio negli scorsi giorni abbiamo dovuto chiudere una stazione di servizio perché i volumi erano scesi a più del 95%».
Anche nel Grigioni italiano, aggiunge, «la parte di confine sta perdendo circa un 60%». Quanto al Ticino centrale, le riduzioni «vanno dal 20 al 30% a dipendenza un po' delle zone».
«Ci si aspetta dalla politica un sostegno verso l'economia»
Intanto il settore continua a premere affinché venga ridotto il carico fiscale sui carburanti. «Quello che ritroviamo sui prezzi dell'energia è dato sì dalla guerra» in Ucraina, «ma soprattutto dalle sanzioni» e dall'impossibilità di avere al momento soluzioni alternative, afferma Luca Giampietro.
Quindi «quello che ci si aspetta dalla politica è un sostegno verso l'economia, un sostegno verso le famiglie», sul modello di quanto i Paesi confinanti con la Svizzera hanno già disposto.