COVID-19 Tra mascherine e numero massimo di persone: ecco come si scierà in Ticino

SwissTXT / pab

7.11.2020

In caso di numero massimo, ad Airolo, per esempio, la priorità verrà data a chi ha la stagionale.
In caso di numero massimo, ad Airolo, per esempio, la priorità verrà data a chi ha la stagionale.
archivio Ti-Press

Mascherina su tutti gli impianti di risalita, sia su quelli chiusi sia all’aperto, come su ancore e seggiovie: è la principale misura di protezione stabilità dall’associazione di categoria Funivie Svizzera per poter godersi le piste da sci nonostante la pandemia.

Ogni stazione di risalita sta però anche lavorando per attuare un proprio piano di protezione. La RSI ha interpellato i responsabili dei principali impianti ticinesi per sapere quali saranno le novità per la stagione ormai alle porte (neve permettendo).

Airolo-Pesciüm: «Puntiamo sulle stagionali»

«In generale, non ci sono restrizioni particolari sugli impianti, riguardanti per esempio il numero di carico, e non c’è la necessità di tracciare gli sciatori», risponde Mauro Pini, direttore di Valbianca SA e delegato per la Svizzera italiana in seno a Funivie Svizzera, ai microfoni dell'emittente di Comano.

Per quanto riguarda l’attività delle stazioni, Pini, che gestisce gli impianti di Airolo-Pesciüm, spiega che «stiamo implementando al massimo la vendita online delle giornaliere e puntiamo sulle stagionali: proprio per evitare le code. Sul posto ci saranno flussi differenziati e faremo una riflessione su un eventuale numero massimo di utenti». In questo caso, conferma Pini, verrà data la priorità a chi ha la stagionale.

Altri punti a rischio assembramenti sono però i ristoranti sulle piste. Sul tavolo, prosegue il direttore di Valbianca SA, «abbiamo diverse opzioni: come per esempio la riservazione dell’orario e del posto a sedere».

Come si organizzeranno invece gli sci club? «I gruppi generalmente riservano data e tavolo, quindi paradossalmente è meno complicato gestire questi gruppi rispetto ai singoli clienti», risponde infine Pini.

Meno problemi per chi non ha funivie

Carì, Bosco Gurin e Nara non hanno funivie, perciò, almeno sul fronte degli impianti non ci sono controindicazioni. Luca Müller, direttore della stazione di Carì, ha spiegato sempre alla RSI di non aver messo in campo misure straordinarie.

Così anche Giovanni Frapolli, direttore degli impianti di Bosco Gurin: «Non vedo problemi particolari, la mascherina potrà anche essere sostituita da un girocollo con un filtro che, insieme agli altri impianti, stiamo cercando di ottenere».

Per rimpiazzare i posti persi nei ristoranti, verranno messi a disposizione altri luoghi riscaldati nei quali gli sciatori potranno pranzare. Un’idea cavalcata anche dal direttore del Nara, Fabio Mandioni: «Abbiamo adattato una stalla per le mucche per ricavare un locale e abbiamo distribuito i punti di ristorazione; stiamo anche pensando di vendere sei sacchetti con il pranzo, da consumare anche all’aperto».

Sviluppo di un nuovo mercato

Resta ancora da capire, in generale, se il servizio buffet sarà permesso. Bisognerà insomma adattarsi.

Ma c’è chi, come Giovanni Frapolli, sottolinea un lato positivo: «Quest’estate c’è stata una forte affluenza, lo stesso succederà in inverno; non ci saranno solo sciatori, ma anche persone che verranno per apprezzare la montagna, la neve. È un nuovo mercato che si svilupperà a causa della pandemia».

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