Sette giorni fa il rogo Due anni per ricostruire un nuovo Mulino a Maroggia

SwissTXT / pab

30.11.2020

I resti dello storico Mulino di Maroggia dopo l'incendio di lunedi 23 novembre 2020.
I resti dello storico Mulino di Maroggia dopo l'incendio di lunedi 23 novembre 2020.
Ti-Press

Due anni e un investimento stimato attorno ai 10 milioni di franchi. Questo il tempo e l'investimento che serviranno per riscostruire il Mulino di Maroggia.

Intanto, sette giorni dopo il devastante incendio che l'ha distrutto quasi completamente, sono terminati gli interventi dei pompieri. Lunedì sera o al più tardi martedì mattina lasceranno il mulino. Il sogno futuro? Un polo cantonale del cereale.

«A noi fa male al cuore vedere queste tonnellate di grano per terra, perché questo è un po' il nostro oro», così il direttore del Mulino di Maroggia, Alessandro Fontana, ai microfoni della RSI parlando delle circa 600 tonnellate di grano che, probabilmente, non riuscirà a salvare.

«C'è però una buona notizia: la torre di cemento ha retto molto bene il fuoco, e le quasi 1'000 tonnellate di grano che invece si trovano dall'altra parte della struttura sono probabilmente tutte salve», spiega Fontana.

Fontana: «Da domani si riparte»

«Per ripartire ci vorranno più o meno 2 anni. Intanto abbiamo fatto un lavoro in tempo record. Domani, quindi, a 7 giorni dal disastro, inizieremo le forniture ai nostri clienti con la merce che è stata preparata dal nostro collega della Svizzera interna. Quindi inizieremo con tutta la logistica che avevamo prima. Da domani si riparte».

È il primo passo. Dei 16 impiegati una parte continuerà a svolgere il proprio lavoro, mentre bisognerà capire come integrare nei lavori di smaltimento gli addetti alla produzione, preziosi, perché - spiega Fontana - i mugnai non si trovano facilmente.

A livello assicurativo, conferma sempre Fontana, c'è una copertura totale, ma per far fronte ai primi bisogni si potrà contare anche sul denaro di chi si sta mobilitando per il Mulino.

«Siamo stati sommersi da messaggi e da lettere di sostegno, addirittura dalla Svizzera interna. Sapere che siamo sostenuti e che la popolazione ci vuole bene è sicuramente un enorme aiuto. A livello comunale probabilmente si andrà verso la creazione di una fondazione, che potrà fare da contenitore per tutte le donazioni, per poter gestire in maniera trasparente i soldi che arriveranno», dice Fontana.

Diverse iniziative, tra cui un progetto di crowdfunding

Un sostegno che non ci aspettavamo, fa eco a Fontana, Luisa Rusconi, responsabile della comunicazione e dell'organizzazione degli eventi e dei corsi che si tenevano nel Mulino. «Stiamo pensando a diverse iniziative, tra cui l'istituzione di un progetto di crowdfunding. Poi in futuro pensiamo di organizzare anche un'asta».

Per il Mulino di Maroggia del futuro si cercherà di reintegrare, in un contesto storico, una costruzione che sarà per forza di cose moderna. E non è da escludersi una collaborazione del Cantone, in quello che potrebbe essere un nuovo polo cantonale del cereale.

«Potrebbe essere questo il momento giusto per mettere assieme le teste e le idee, per capire di cosa ha bisogno la nostra agricoltura oltre a quello che facevamo già noi nel settore della trasformazione, per dare magari più sbocchi o un futuro alla nostra agricoltura. Il grano lo facevamo già, ma probabilmente ci sono altre materie prime che erano difficilmente collocabili, tipiche del nostro territorio, possiamo parlare per esempio del mais. Potrebbero trovare collocamento in questi spazi rinnovati. Si tratterà di capire in che forma l'ufficio agricoltura del Cantone ha interesse in tal senso, per avviare una collaborazione a lungo termine», conclude Fontana.

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