Entro il 2030 nel Locarnese tutti i mezzi delle Ferrovie autolinee regionali ticinesi (FART), sia sulle linee urbane che extraurbane, non produrranno emissioni inquinanti, riporta la RSI. Un primo bus elettrico ha già iniziato a circolare. Non si sa ancora se saranno tutti veicoli elettrici o ce ne saranno anche a idrogeno: risulteranno, in ogni caso, più ecologici.
Il primo bus di linea elettrico durante la giornata di presentazione.
Il direttore delle FART Claudio Blotti, a sinistra, e il Consigliere di Stato Claudio Zali salgono sul bus.
Il bus nello schermo che abitualmente indica la destinazione mostrava la scritta «Orizzonte 2030».
Il direttore delle FART Claudio Blotti, a destra, e il Consigliere di Stato Claudio Zali.
Il primo bus elettrico delle FART
Il primo bus di linea elettrico durante la giornata di presentazione.
Il direttore delle FART Claudio Blotti, a sinistra, e il Consigliere di Stato Claudio Zali salgono sul bus.
Il bus nello schermo che abitualmente indica la destinazione mostrava la scritta «Orizzonte 2030».
Il direttore delle FART Claudio Blotti, a destra, e il Consigliere di Stato Claudio Zali.
L'annuncio è stato dato durante la presentazione del primo autobus snodato elettrico di giovedì, che per un periodo di prova di due settimane circolerà nella regione.
Nel 2024, saranno pronti la nuova officina e il nuovo deposito FART a Riazzino, e si introdurranno 4-6 veicoli a zero emissioni sulle linee 1 (Losone-Gordola) e 7 (Locarno-Losone). Negli anni seguenti ne arriveranno altri e i mezzi diesel verranno abbandonati.
Una scelta che implica più costi
Sono poche le città svizzere che hanno optato per un trasporto pubblico a impatto zero. La scelta di Locarno è legata a motivi ecologici e di immagine. Anche l'inquinamento acustico diminuisce. Alcuni punti critici sono però ancora da risolvere: lo sviluppo dell'infrastruttura di ricarica e i costi, evidenzia la RSI.
Il prezzo di acquisto dei bus elettrici ed ecologici è molto più alto rispetto a quelli tradizionali - per un bus elettrico si spendono 800'000 franchi, il doppio rispetto che per uno a diesel. Ciononostante, il costo d'esercizio legato ai veicoli classici può oscillare in base a come cambia il prezzo dei carburanti fossili: può anche aumentare improvvisamente, come in questo periodo.
Il direttore delle FART Claudio Blotti si è espresso ai microfoni dell'emittente di Comano: «Noi andiamo avanti con lo studio di questo progetto, non appena avremo dati finanziari definitivi prenderemo subito contatto con il Cantone e con i Comuni serviti dal trasporto pubblico urbano per presentare l’eventuale maggior spesa. Con la decisione positiva dei Cantoni e Comuni poi andremo ad attuare il progetto.»
Secondo il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, «il Cantone da parte sua è pronto sicuramente a sostenere i maggiori costi che potrebbe avere una linea elettrificata, quindi, da questo punto di vista, ci sentiamo di rassicurare le aziende e a spingerle a continuare su questa strada».
Il progetto è stato curato da Vasco Medici, professore di sistemi energetici intelligenti alla SUPSI, che concorda: «Un bus elettrico ha dei costi maggiori». Spiega alla RSI che si deve considerare «non soltanto l’acquisto del bus, e quindi il dimensionamento della batteria per coprire le tratte necessarie, ma anche l’infrastruttura di ricarica dei bus».
Inoltre, a seconda delle scelte che vengono fatte, si «può andare anche a influire più o meno su quello che è la rete di distribuzione di energia elettrica, che potrebbe dover essere ampliata», conclude.
Biglietti più cari per i passeggeri?
Blotti ha assicurato che il progetto non influenzerà i prezzi dei biglietti delle FART. Nel 2021, ha spiegato, c'è stato un aumento dei viaggiatori che ha influenzato positivamente il risultato d'esercizio, cresciuto del 36%.
«Le tariffe resteranno allo stato attuale o aumenteranno leggermente. Nel caso di un aumento delle tariffe, non dipenderà da un maggior costo del trasporto pubblico a livello di costi d’esercizio», ha affermato.