Condanna all'EOC per il contagio da epatite C, «sentenza con conseguenze»

SwissTXT / pab

31.7.2019

I gesti clinici «di routine» non finiscono sulla cartella del paziente
I gesti clinici «di routine» non finiscono sulla cartella del paziente
Ti-Press

L'EOC aveva subito riconosciuto l'errore commesso, identificando i pazienti colpiti, facendosi carico dell'assistenza medica e psicologica e assumendosi la responsabilità sul piano civile. 

Ma «con buona probabilità» ricorrerà contro la sentenza pronunciata mercoledì dal giudice della pretura penale di Bellinzona, Siro Quadri, che condanna l'Ente ospedaliero cantonale a una multa di 60'000 franchi per il contagio di quattro pazienti con il virus dell'epatite C nel 2013 al Civico di Lugano.

Contestata l'applicazione dell'articolo 102

Il punto contestato, ricorda un comunicato inviato nel primo pomeriggio, è l'applicazione dell'articolo 102 del codice penale, «una prima nazionale nei confronti di una struttura sanitaria».

In sostanza, l'Ente viene sanzionato non avendo potuto identificare l'operatore che posò «l'accesso venoso» all'origine dell'infezione (e non ci riuscì nemmeno l'inchiesta della magistratura).

L'EOC contesta che vi sia una sufficiente base legale «e ancor meno l'obbligo tassativo di tenere traccia nella cartella sanitaria di ogni gesto clinico», anche di quelli che, come in questo caso, sono considerati di routine. Non accade nei nosocomi ticinesi, ma nemmeno nel resto del paese, dove le procedure sono analoghe, sottolinea la nota.

I rischi se la pena verrà confermata

Se la sentenza dovesse essere confermata dalle istanze superiori, il rischio secondo l'Ente ospedaliero è che in tutto il mondo sanitario elvetico la registrazione di ogni gesto clinico debba essere generalizzata, con conseguente aumento della burocrazia e dei costi, senza miglioramento della qualità delle cure, e a danno della «cultura dell'errore» sviluppata nel tentativo di trarre insegnamenti dalle lacune riscontrate.

Anche in questo caso ce ne sono stati: d'intesa e sotto la vigilanza del medico cantonale si è generalizzata l'introduzione dei flaconi monouso.

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