PandemiaCovid: in Ticino al via la strategia per i test di massa nelle aziende
pab
23.4.2021
Venerdì è stato presentato il concetto operativo per il piano cantonale per i test di massa nella lotta contro il Covid-19. Da lunedì le aziende e le scuole con convitto potranno annunciarsi su un sito internet specifico, che è già consultabile. Incentivi cantonali per le ditte considerate a «rischio accresciuto».
23.04.2021, 13:30
23.04.2021, 14:44
pab
Il Consiglio di Stato mercoledì ha approvato il piano per i test di massa, che viene illustrato al pubblico da Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS).
«Il test è uno dei pilastri fondamentali per lottare contro il coronavirus», ha spiegato Bianchi in apertura della conferenza stampa, «i principi di base sono limitare i contatti e continuare ad adottare misure di protezione quali la mascherina, il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale».
Bianchi ha fatto una breve panoramica dell'evoluzione dei test negli ultimi mesi. «Nella strategia di test la Confederazione ha promosso ulteriori misure. Dal 7 di aprile poi sono arrivati i test-fai-da-te, così come il test rapido. Ricordiamo che son gratuiti».
«Quale test si deve fare? La distinzione basilare riguarda la presenza o meno di sintomi. L’autotest è indicato, lo ricordiamo, quando si desidera incontrare qualcuno e non si hanno sintomi. Il risultato dipende anche dalla manipolazione con cui lo si effettua».
«In caso di sintomi invece il test migliore da effettuare resta quello PCR, elaborato dai laboratori», ha ricordato Bianchi.
Il test rapido possibile in una farmacia su tre
«Le farmacie dove ci si può far testare rapidamente sono aumentate velocemente e ora sono circa un terzo del totale. Sono infatti 68 quelle autorizzate dal Medico cantonale. Alcune di loro sono sotto pressione per il volume delle richieste, altre meno. Per essere sempre aggiornati è meglio consultare il sito del cantone.
«Di test-fai-da te ne sono stati venduti diverse decine di migliaia, non abbiamo le cifre esatte, ma siamo vicini ai 100'000», ha proseguito Bianchi.
«È importante annunciarsi»
«Ricordo, e questo è molto importante, ha rammentato Bianchi, che in caso di positività al nuovo coronavirus bisogna annunciarsi e recarsi presso uno dei check-point covid per eseguire un test PCR».
Sono state finora 149 le persone che in presenza di un risultato positivo si sono poi annunciate per prendere un appuntamento in uno dei checkpoint. «Questo dimostra, ha aggiunto Bianchi, che è un elemento che serve per monitorare la situazione».
Il numero di test personali effettuati giornalmente dipende dalla situazione pandemica in cui si trova ogni cantone. Ecco perché, per esempio, il canton Uri è in cima alla lista. Malgrado la situazione in Ticino sia migliore che in altri cantoni «abbiamo una densità abbastanza elevata, appena sotto la media nazionale, che è circa di 4'351,48 per 100'000 abitanti negli ultimi giorni.
«Noi ci aggiriamo tra i 500-800 test giornalieri circa. Ricordo che nei momenti più critici siamo arrivati anche a 1'800 test al giorno», ha ricordato Bianchi.
Test anti covid in Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Test anti covid in Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Immagine: Repubblica e Cantone Ticino
Il cantone rimborsa le aziende, Berna rimborsa il cantone
«Dopo che la Confederazione ha modificato il 15 di marzo la relativa ordinanza sul Covid-19, estendendo la possibilità di test a tutta la popolazione e alle aziende, assumendosene i costi, il cantone il 24 marzo ha presentato un documento sulla sua strategia, in modo tale che a chi vuole partecipare a questi test ripetuti possano essere riconosciute le prestazioni.
«Ricordo che siamo anche stati criticati dalla Confederazione perché eravamo tra gli ultimi cantoni ad averlo presentato. Per noi era importante sapere come sarebbero stati i flussi di fatturazione. Ora sappiamo che il cantone paga gli indennizzi alle aziende e poi li recupera dalla Confederazione.
«In questo senso è bene ricordare che sul nostro territorio le aziende sono diverse decine di migliaia».
Piano adattato dopo le riaperture
Ci stiamo muovendo in un contesto in cui lunedì ci sono state le prime riaperture, ed è importante quindi ricordare che per i dipendenti delle aziende che aderiranno al programma di test di massa non c’è più l’obbligo della quarantena per i contatti professionali. A patto che vi sia almeno un test alla settimana per tutti i collaboratori. Va anche ricordato che il numero delle quarantene per dei contatti avuti sul lavoro per ora sono limitate.
«Dopo queste novità decise da Berna la settimana scorsa, e appunto in vigore da lunedì, abbiamo modificato il nostro concetto di test di massa».
Cambio di paradigma, arriva il «test in pooling»
Siamo partiti con l’idea di basarci sui test rapidi però abbiamo cambiato paradigma perché nel frattempo i cinque laboratori disponibili in Ticino hanno aumentato di molto la loro capacità per i test molecolari «in pool». Questo tipo di test evita di sovraccaricare di lavoro un laboratorio poiché, almeno per il canton Ticino, si è deciso di condurre un’analisi su di gruppo di 10 test. Se l’analisi di quei dieci campioni risulta positiva allora si procede all’analisi singola.
In Ticino, grazie a questo metodo «ora c’è la possibilità di testare decine di migliaia di persone al giorno», ha spiegato il direttore della divisione della salute pubblica.
Le aziende ad «alto rischio»
Le tariffe per i costi dei test PCR «in pool» è riconosciuto e coperto dalla Confederazione per 123.-. Il laboratorio fatturerà al cantone, che a sua volta fatturerà alla Confederazione.
Per il test antigenico rapido invece i costi sono adattati a seconda del grado di rischio che un’azienda presenta.
Secondo l’Ufficio federale della salute pubblica quindi per le aziende ad alto rischio i test saranno rimborsati con 34 franchi ciascuno. Sono considerate ad alto rischio le aziende dove non è possibile il telelavoro, vi sono dei contatti elevati tra i dipendenti e l'ambiente di lavoro è al chiuso, poco arieggiato, in cui il contatto è permanente e le distanze sono limitate. Questi criteri sono cumulativi.
Le aziende a «rischio accresciuto»
Il cantone ha voluto però fare un gesto per una seconda categoria: quella delle aziende a rischio accresciuto, che sono quelle che hanno almeno 10 collaboratori e che per via dei loro contatti con la clientela e della loro mobilità presentano un rischio più alto. Queste potranno beneficiare di rimborsi solo se il 60% dei collaboratori farà i test. I criteri validi per le aziende ad alto rischio lo sono anche in questo caso ma non sono più cumulativi, bensì alternativi.
«Purtroppo, ha ricordato Bianchi, la Confederazione riconosce loro un'indennizzo di soli 8 franchi, non facendo rientrare nei rimborsi il lavoro dell'operatore sanitario. Il Consiglio di Stato ha perciò deciso di aggiungere un contributo cantonale di 4 franchi come incentivo».
Per le aziende a basso rischio, cioè con un numero di dipendenti tra i 5 e i 10, è previsto un rimborso di 8 franchi per test. I criteri validi espressi prima per le altre due tipologie di aziende rimangono tali ma alternativi.
Tutte le aziende e le scuole con convitto che parteciperanno a questa strategia dovranno presentare un rapporto settimanale e mensile alle autorità sanitarie cantonali. Il progetto termina a fine luglio.
Dove si trovano le informazioni utili?
Per mettere in atto la strategia dei test di massa il Cantone ha costituito un gruppo di lavoro che coinvolge tutti gli attori interessati, dalle autorità cantonali a quelle che rappresentano il padronato a quelle sanitarie.
A livello operativo si è creato un team di sette persone: un capoufficio e sei collaboratori, assunti grazie agli uffici di ricollocamento regionali. Da lunedì saranno pronti e sarà attivo anche un indirizzo email specifico.