Da Vitta a Gobbi COVID-19, per Gobbi: «Avanti col passo del montanaro: spedito, ma prudente»

pab

6.5.2020

Durante il momento informativo alle 17h00 sulla pandemia di COVID-19 in Ticino c'è stato spazio anche per le prime domande a Norman Gobbi, nuovo presidente del Consiglio di Stato ticinese. Christian Vitta ha passato il testimone dopo aver prolungato di un mese il suo impegno a seguito della crisi epidemica. 

Nel corso della seduta odierna, il Governo ha proceduto al tradizionale cambio di presidenza. Norman Gobbi succede così a Christian Vitta nel secondo anno della Legislatura 2019/2023. Manuele Bertoli ha invece assunto la carica di vicepresidente.

«Un Ticino unito ha saputo reagire»

«Uniti ce la faremo». Christian Vitta ha iniziato la conferenza stampa informativa con la frase con la quale ha concluso tutti i suoi discorsi durante tutta la crisi provocata dal nuovo coronavirus.

Vitta ha poi espresso un pensiero per tutti coloro che hanno perso un loro caro a causa del COVID-19: «In questi momenti particolari abbiamo sperimentato la fragilità, il dolore, la perdita, la difficoltà della lontananza e la paura dell’ignoto. Ma con fiducia e speranza il Ticino ha saputo, unito, affrontare con grande coraggio la delicata situazione».

Il bilancio dei primi mesi di crisi

Vitta ha inoltre citato due volte una frase della premio Nobel per la letteratura Rita Levi Montalcini: «Non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì», proseguendo poi dicendo che «il Ticino sta esprimendo tutto il suo meglio in questi momenti intensi e inaspettati».

Prima di passare la parola al collega Norman Gobbi, al quale ha ceduto la carica di presidente dell'Esecutivo, il direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia ha ricordato il suo anno di presidenza, concentrandosi quasi esclusivamente sui mesi della pandemia, partendo da un episodio che è nella memoria di tutti, sportivi e non: il derby di hockey su ghiaccio giocato a porte chiuse.

«Abbiamo dovuto anticipare decisioni difficili»

«Abbiamo dovuto decidere senza avere il tempo per capire quanto stava accadendo. Abbiamo poi progressivamente chiuso le scuole e le amministrazioni e poi l’industria», ha proseguito Vitta.

«Abbiamo dovuto abituarci subito a una nuova normalità e anticipare decisioni che sono state poi prese anche a livello federale. L'ultima settimana di marzo è stata difficile. Abbiamo dovuto far capire al Consiglio federale che avevamo bisogno di misure più incisive».

Il ministro ha chiuso ringraziando i suoi collaboratori, i colleghi del Governo, i giornalisti e tutte le parti coinvolte, ribadendo l'unità di intenti di tutti, quella di garantire la salute della popolazione: «Siate fieri di essere ticinesi. Grazie, sono fiero di voi. Uniti ce la faremo».

«Avanti col passo del montanaro: sicuro, ma prudente»

Dal canto suo il neo presidente Norman Gobbi ha iniziato ringraziando il collega Vitta, «che è stato molto presente in questi ultimi tempi. Sono state settimane difficili e l’aspetto più doloroso per tanti di noi è stato l’addio a persone care in una forma che nella nostra cultura non è quella abituale».

«Abbiamo potuto apprezzare però anche molte cose, come il buon funzionamento del sistema federale», ha detto il direttore del Dipartimento delle istituzioni, ricordando, come Vitta, le finestre di crisi concesse al Ticino e l’importanza dei comuni per la loro vicinanza ai cittadini.

«Oggi possiamo guardare con migliori prospettive al futuro, per andare avanti con il passo del montanaro, sicuro, ma che richiede prudenza, che però deve condurre in tempo alla meta, al cascinale, ha aggiunto Gobbi, prima che sia calata la notte o prima che un temporale ci sorprenda».

«Solo rispettando le regole possiamo ripartire»

«Si tratta di pianificare il domani che non sarà più come lo ieri che conoscevamo. Di solito al passaggio di presidenza ci si stringe la mano. Oggi con Christian non abbiamo potuto farlo. Troveremo magari altri modi di fare, come quello di mettere una mano sul cuore per far capire al nostro interlocutore le nostre intenzioni, la nostra approvazione».

«Lo stato di necessità rimane fino a fine maggio, ha ricordato Gobbi, e potrebbe essere protratto nel tempo. «Distanti, ma ripartiamo», è il motto della nuova campagna: «Solo rispettando le regole possiamo ripartire», ha concluso il nuovo presidente del Governo.

Riapertura dei bar: «Una normalità modificata»

Gobbi, prima di passare la parola a Elia Arrigoni, responsabile dei servizi generali della polizia cantonale, ha tenuto a precisare che l’apertura dei ristoranti e dei bar, prevista da lunedì 11 maggio, richiederà di «ristabilire una normalità, ma modificata».

Non si potrà per esempio più andare al bar per bere un caffè e leggere un giornale, «queste situazioni di quotidianità non ci saranno più». Gobbi ha sottolineato che la decisione del Consiglio federare di aprire gli esercizi pubblici prima del previsto «ha colto di sorpresa» il Ticino.

Dal canto suo, il capitano Arrigoni ha sottolineato che il Cantone ha già iniziato a lavorare con l’associazione di categoria per la riapertura.

Si aspetta l'ordinanza venerdì, ma intanto ci si prepara

«Sarà importante il rispetto delle regole», ha sottolineato Arrigoni, affermando che ad ogni modo «ci sono alcuni esercenti che stanno valutando di attendere ad aprire per organizzare al meglio tutte le misure di sicurezza richieste», aspettando la revisione dell’ordinanza del settore, prevista per venerdì da parte del Consiglio federale.

Arrigoni ha comunque tenuto a ribadire che chi aprirà dovrà rispettare le norme d’igiene già in vigore, come quella del distanziamento sociale di almeno due metri tra un tavolo e l’altro e tra le persone che non appartengono allo stesso gruppo sociale.

Ogni cliente dovrà lasciare le proprie coordinate, così da garantire, in caso di necessità, la tracciabilità dei contatti. Questi dati, ha ricordato arrigoni, saranno conservati solo con quello scopo per un massimo di 14 giorni.

Eccezion fatta per le famiglie, le persone per tavolo potranno essere solo quattro. Nel caso in cui il distanziamento sociale non potrà essere garantito devono esserci delle barriere fisiche, come dei pannelli di plexiglass.

Ancora morti per il COVID-19

Sul fronte della situazione sanitaria mercoledì mattina si contavano altre due persone morte in più rispetto a 24 ore prima, per un tragico totale di 331.

I nuovi contagi sono sei, per un totale di 3'245. Fino ad ora sono stati dimessi dagli ospedali del cantone 802 pazienti guariti dal coronavirus, otto in più rispetto a 24 prima.

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