COVID-19 Focolai in Val d'Ossola, «contagi originati in Ticino e Vallese»

SwissTXT / pab

26.6.2020

Per i sanitari del VCO i casi sono legati all'attività professionale in Svizzera
Per i sanitari del VCO i casi sono legati all'attività professionale in Svizzera
Ti-Press

I due focolai di coronavirus individuati recentemente in Val d'Ossola, dove almeno 14 persone sono state trovate positive al Covid-19, sono da ricondurre a lavoratori frontalieri attivi in Ticino e Vallese.

A spiegarlo, ai microfoni della RSI, è Edoardo Quaranta, responsabile del servizio igiene e sanità pubblica dell'Azienda sanitaria locale (ASL), secondo cui in entrambi i casi «è molto probabile» che il contagio abbia avuto origine in Svizzera.

Frontaliere positivo attivo in una casa di riposo ticinese

Il primo caso riguarda un dipendente di una casa anziani ticinese che è stato sottoposto a tampone nella stessa struttura, «dove erano stati segnalati altri casi», riferisce Quaranta. Il lavoratore poi è risultato positivo.

Anche sua moglie, un'infermiera impiegata nella stessa struttura è risultata contagiata. Dopo queste segnalazioni, risalenti a circa cinque giorni fa, l'ASL del Verbano-Cusio-Ossola si è mossa per testare i familiari e i conoscenti della coppia: altre quattro persone sono così state trovate positive.

Positivi 9 frontalieri che lavorano nella stessa ditta a Sion

Il secondo focolaio è legato a un'azienda di Sion che lavora la frutta: in questo caso l'inchiesta epidemiologica è partita in Italia e ha riguardato 30 frontalieri che vi lavorano, 9 di loro sono stati trovati positivi e «due sono in condizioni critiche, mentre gli altri presentano solo sintomi lievissimi», fa sapere lo specialista.

«Queste persone hanno in comune solo il luogo di lavoro, quindi è molto probabile che il contagio sia partito da lì», osserva Quaranta.

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