Ticino I diversi dubbi sul certificato Covid

SwissTXT / pab

20.5.2021

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE

Il certificato Covid prende forma, dopo che il Consiglio federale ha presentato la sua strategia a tre colori su dove sarà richiesto o meno. Restano però diversi interrogativi sul documento, dal punto di vista etico, legale, ma anche per l’organizzazione di eventi.

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Una questione, come spiega la RSI, è la discriminazione tra chi è stato vaccinato e chi non può o non vuole farlo. Markus Krienke, professore di filosofia moderna e di etica sociale alla facoltà di teologia di Lugano, sottolinea come per far fronte all’emergenza sono già state temporaneamente limitate alcune libertà fondamentali.

La discriminazione esiste, ma sarebbe temporanea e, secondo il professore, giustificata per uscire dalla crisi. Di diverso avviso Francesca Rigotti, filosofa e docente all'Università della Svizzera Italiana, secondo la quale il certificato trasforma una disgrazia, come quella di ammalarsi, in un’ingiustizia in nome della sicurezza.

Ci sono dubbi anche dal punto di vista legale. Gianluca Padlina, presidente dell’Ordine degli avvocati, sottolinea che se non si può negare l’accesso allo spazio pubblico, il discorso è diverso per un privato, che può decidere autonomamente se richiedere il certificato. La misura inoltre sarà temporanea, fino a quando si sarà usciti dall’emergenza sanitaria.

Interrogativi anche per il Locarno Film Festival

Altri interrogativi sono più pratici, come quelli che interessano il Locarno Film Festival: sarà rosso, quindi con certificato obbligatorio, o arancione, facoltativo?

Gli organizzatori lavorano su tutte le ipotesi, in particolare quella della prenotazione obbligatoria per tutti in modo da assicurare la tracciabilità, con un occhio di riguardo alla sicurezza della salute ma anche dei dati degli ospiti.