Ticino Il certificato Covid per entrare in ospedale

SwissTXT / pab

4.9.2021

Il Consiglio di Stato dovrebbe discuterne mercoledì
Il Consiglio di Stato dovrebbe discuterne mercoledì
Ti-Press

Da lunedì per entrare nelle cliniche Ars Medica e Sant’Anna sarà necessario il certificato Covid.

SwissTXT / pab

«Vogliamo essere sicuri che le persone che accedono alle nostre strutture siano sane», ha dichiarato ai microfoni della RSI Francesco Volonté, direttore sanitario della Clinica Sant'Anna.

La misura è stata decisa dai vertici del Gruppo Swiss Medical Network per tutelare la salute dei pazienti e potrebbe presto diventare obbligatoria in tutte le strutture sanitarie del Canton Ticino. Il Consiglio di Stato ha infatti pronta una risoluzione governativa che dovrebbe venir discussa mercoledì.

Negli scorsi giorni la Cellula sanitaria cantonale ha infatti discusso della possibilità di introdurre l'obbligo di certificato Covid (ottenibile, lo ricordiamo, grazie alla vaccinazione, alla guarigione dal Covid o a un tampone negativo) per tutto il personale, così come per i visitatori, di tutte le strutture sanitarie, sociosanitarie (come le case anziani) e per i dipendenti dei servizi di cura a domicilio.

«Per garantire la sicurezza delle persone in ospedale»

Un obbligo che invece già esiste de facto per i pazienti degli ospedali. Una risoluzione governativa, stando a informazioni della RSI, sarebbe già pronta. Manca solo l'approvazione del Governo. Come anticipato dal portale Tio, il Gruppo Swiss Medical Network ha però già deciso di percorrere questa strada.

Per entrare nelle cliniche Sant'Anna e Ars Medica, bisognerà mostrare il codice QR che attesta l'avvenuta vaccinazione o guarigione, oppure un tampone negativo. Tampone che avrà però, per ora, una validità di 7 giorni e non di 48 ore.

Non si tratta, precisa Volonté, di voler «punire» chi per una ragione o un'altra ha scelto di non vaccinarsi, ma di garantire la sicurezza delle persone che si trovano in ospedale.

Favorevoli anche Moncucco ed EOC

Favorevoli a simili misure anche i responsabili della Clinica Luganese Moncucco, così come dell'Ente ospedaliero cantonali. Due realtà che però preferiscono aspettare una decisione a livello cantonale, come precisa alla RSI il vicecapo area medica delle EOC Mattia Lepori: «Alcuni giorni fa ci è stato comunicato che a brevissimo termine sarebbero state emanate delle direttive. Abbiamo quindi deciso di attendere il contenuto preciso in modo da poterci adeguare sin dall'inizio».

Qualora questa misura dovesse entrare in vigore questo comporterà però per le strutture un onere amministrativo supplementare. Già solo per controllare che chi accede a una struttura ha un certificato Covid: «Per un'azienda che conta più di 5'000 dipendenti la questione dei controlli sarà onerosa, ma la sicurezza dei pazienti è importante, quindi ci adegueremo alle direttive che verranno emanate».

Francesco Volonté non teme che qualcuno del personale possa ribellarsi al tampone: «Non siamo ancora arrivati al punto ‹non voglio fare il tampone› e non penso che ci arriveremo. Sappiamo cose succede nelle cure intense negli ospedali... non volersi fare il tampone non entra nemmeno in considerazione. Dovesse manifestarsi, prenderemo le nostre decisioni».

Resta da chiarire chi dovrà assumersi, per il personale non vaccinato, i costi - in termini organizzativi e finanziari - del tampone. Per i dipendenti di Ars Medica e Sant'Anna per ora sta al singolo organizzarsi.