Oltre mezzo milione Truffa ai crediti COVID, emergono i primi dettagli

SwissTXT

27.7.2020 - 18:32

Immagine d'illsutrazione
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Keystone / archivio

Il 47enne arrestato in luglio ha utilizzato i fondi di Berna per comprarsi un Suv e tre orologi. Ora inizierà a espiare la pena. 

Il 47enne italiano residente nel Luganese, arrestato a inizio luglio per una truffa legata ai crediti Covid, resta in carcere. In settimana comincerà a espiare anticipatamente la pena.

Punta a un processo in tempi rapidi, che potrebbe avvenire con la formula del rito abbreviato.

Ha falsificato i bilanci

Attivo in precedenza nel settore della consulenza aziendale, durante il lockdown l’imprenditore – è emerso lunedì – si era lanciato proprio nel commercio delle mascherine e dei guanti di lattice.

Il primo passo falso è stato quello di falsificare i bilanci. L’ordinanza federale prevede un prestito massimo del 10% sulla cifra d’affari. Fatturato che lui, per massimizzare l’importo, avrebbe gonfiato.

Ha comperato orologi costosi

Non contento ha poi utilizzato una parte del denaro a scopo personale. Con circa 100'000 franchi si è comprato il Suv (una Range Rover Evoque) e tre orologi di alta gamma (un Rolex e due Omega).

Ma la bella vita non è durata molto. La banca, insospettita dai prelevamenti, ha segnalato la cosa all’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio, che ha a sua volta contattato il ministero pubblico.

Reo confesso

Di qui l’arresto dell’uomo (difeso dall’avvocato Walter Zandrini), sostanzialmente reo confesso. Nei giorni scorsi il 47enne ha chiamato in causa il fiduciario della società e un suo dipendente. Entrambi, ora sotto inchiesta, contestano con fermezza ogni addebito.

L’indagine è affidata al procuratore Daniele Galliano. Si tratta del più importante tra gli 11 incarti aperti finora per presunti raggiri commessi con i fondi stanziati da Berna.

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