TicinoIl ritorno in scena dell'OSI, Bertoli: «La cultura deve riprendere a vivere»
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8.6.2021
Il nuovo direttore artistico-amministrativo dell’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) Christian Weidmann ha presentato martedì la stagione concertistica 2021/22, la prima sotto la sua responsabilità.
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08.06.2021, 20:35
08.06.2021, 20:36
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Oltre a riprendere le esibizioni davanti al suo pubblico (al LAC, all’Auditorio Stelio Molo della RSI e in altre sale della Svizzera italiana), l’OSI tornerà a calcare i palcoscenici internazionali, primo fra tutti la celebre Sala dorata del Musikverein di Vienna.
Il concerto, previsto il 18 febbraio 2022, chiuderà una tournée che comprende tappe anche al Prinzregententheater di Monaco di Baviera e all’appena rinnovato Stadt-Casino di Basilea.
Durante l'estate sono in programma numerose iniziative: oltre a Ticino DOCG, al Concerto dei diplomandi di fine giugno e alla presenza al Locarno Film Festival, ci saranno alcuni concerti in formazioni da camera nella rassegna LAC en plein air nello spazio dell’Agorà, a fine agosto, seguiti a inizio settembre da due Open Air sulla Piazza del LAC a Lugano e da un Open Air a Bellinzona, Sempre a settembre l'OSI parteciperà anche al festival Septembre musical di Montreux.
Presentati il magazine OSI.swiss e la nuova piattaforma
Tra le novità presentate, anche il magazine OSI.swiss e la nuova piattaforma dell’Orchestra: due diversi media per rendere accessibile a una parte sempre più ampia della popolazione il valore e la ricchezza musicale e sociale di un’orchestra sinfonica.
Da ricordare, infine, la ripresa dei concerti per le scuole e delle numerose iniziative per bambini e famiglie, anche queste di nuovo dal vivo al LAC dopo le sospensioni dovute al Covid-19, in collaborazione con Lac Edu e con il sostegno della CORSI.
Bertoli: «La cultura deve tornare a vivere»
Alla presentazione della nuova stagione dell’OSI è intervenuto anche il direttore del DECS Manuele Bertoli, il quale ha detto che le autorità pubbliche ci sono sempre state per la cultura.
Ma... si è fatto davvero abbastanza? La RSI lo ha chiesto direttamente a Bertoli: «È stato un sostegno credo sufficiente. Perlomeno è quello che potevamo dare, che è stato intenzionalmente messo sul tavolo non facendo mancare i sostegni ordinari pur in assenza di controprestazioni, perché purtroppo non era possibile. Poi agganciandoci alla Confederazione con gli aiuti straordinari legati alla cultura sia in termini di indennità di perdita di guadagno, sia in termini di sostegno ai progetti di ristrutturazione. La cosa continua ancora adesso, ma ora tutti abbiamo bisogno che la cultura torni ad essere vivace e a essere al centro delle relazioni umane», ha risposto il ministro.
Oggi l’OSI e il LAC hanno annunciato la loro ripartenza, ma ci sono realtà più piccole che forse faranno più fatica. Il Governo ha il polso della situazione? «Abbiamo contatti frequenti con le varie organizzazioni che difendono interessi di determinate categorie. Tutti sono stati in difficoltà e credo abbiano voglia di ripartire in maniera diversificata. Ora è importante che il pubblico risponda e che ricominci questa relazione forte tra la collettività e l’arte, che è lì per il pubblico», ha risposto il direttore del DECS.
La cultura di domani sarà probabilmente legata a doppio filo al passaporto vaccinale o al tampone. Ma Bertoli non teme che queste regole possano frenare il ritorno del pubblico? «No, è una necessità e l’avevo segnalato già in gennaio. Credo si sia sulla buona strada. Ci sarà una scelta da fare tra vaccinarsi e quindi godere della cultura, oppure non farlo rischiando di perdere qualcosa», ha concluso il ministro.