Sperimentazione A casa, ma controllati: in Ticino già 180 pazienti Covid in telemedicina

SwissTXT / pab

4.12.2020

Immagine d'illustrazione
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RSI

Tutto inizia con un tampone positivo al coronavirus, poi bisogna decidere: o il paziente viene ricoverato, o messo in isolamento a domicilio.

Attualmente, per evitare ricoveri inutili, ma anche per non abbandonare nessuno, in Ticino sono già 180 le persone che si trovano in telemedicina: sono a casa, ma controllate a distanza. Un sistema promosso dal Cantone e sostenuto dall'Ordine dei medici, e che adesso i senatori ticinesi Marina Carobbio e Marco Chiesa, con un'interpellanza, suggeriscono di esportare in tutto il Paese.

A proporre il «telemonitoring» sono i medici nei check point. «Consigliamo il monitoraggio a domicilio a due categorie di pazienti: a quelli anziani, che sono più fragili, ma anche a pazienti più giovani, magari sotto i 50 anni, che hanno fattori di rischio, magari il forte asmatico, oppure il broncopatico, cronico già anche prima dei 50 anni», spiega ai microfoni della RSI il dottor Claudio Camponovo, presidente del Circolo medico di Lugano.

Intervento immediato se dovessero peggiorare

Queste persone non vengono ricoverate, ma se il loro stato di salute dovesse peggiorare, l'intervento sarebbe immediato. I parametri sorvegliati sono la temperatura corporea, la frequenza respiratoria e la saturazione.

«Se uno di questi valori diventa patologico, il medico curante riceve un SMS. Nel caso non dovesse rispondere all'SMS, viene allarmata la centrale di Ticino Soccorso 144. Se il paziente, come è il caso con questo virus, non sente la mancanza d'aria, allora il monitor avvisa molto prima il medico curante della situazione che sta peggiorando», dice il dottor Luciano Anselmi, presidente FCTSA.

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