Bivio Ipotesi scontro in volo tra l'aereo e l'aliante, Roth: «Eventi rari, ha pesato la sfortuna»

SwissTXT / pab

14.6.2021

Coinvolti un aliante e un aereo con a bordo cinque persone
Coinvolti un aliante e un aereo con a bordo cinque persone
Keystone

Lo scontro in volo nei cieli di Bivio è l’ipotesi più plausibile per spiegare l’incidente che ha portato allo schianto di due velivoli - un aliante e un aeroplano – e alla morte di cinque persone: il pilota dell’aliante, quello dell’altro velivolo e dei suoi tre passeggeri.

SwissTXT / pab

14.6.2021

L’inchiesta è in corso, ma per avere un’idea di quello che potrebbe essere successo e capire quanto sono frequenti collisioni nei cieli svizzeri la RSI ha intervistato Marc Roth, pilota, istruttore e direttore della Scuola di volo AVILÙ di Lugano:

«Eventi di questo tipo sono casi rari: le collisioni capitano, ma sono veramente rare in aviazione. È vero che bisognerà stabilire se la collisone si sia verificata, ma da tutti gli elementi a disposizione sembrerebbe che si vada in questa direzione».

Il ritrovamento dell’aereo è avvenuto per caso, durante le ricerche dell’aliante: possibile che un velivolo partito da Neuchâtel e diretto a Locarno, dopo una tappa a Samedan, dopo un mancato arrivo non susciti interrogativi? Non ci sono piani di volo? Come è regolato il traffico aereo in questi casi?

«Può succedere che se uno compie un volo all’interno della Svizzera faccia una notifica, ma non un piano; la notifica di volo rimane all’ufficio di partenza. Non so esattamente cosa facesse l’aeroplano (precipitato, ndr.), ma se partito da Neuchâtel, facendo scalo nei Grigioni, aveva come destinazione Locarno e nessuno lo sapeva allora nessuno si è interessato se fosse giunto o meno a destinazione. È qui il problema».

Tornando alla collisone, ci risulta che esista un modo, oltre al volo a vista, per sapere se un aereo si sta avvicinando troppo a un altro velivolo. Si chiama FLARM, è un sistema anticollisione richiesto per gli alianti, ma non obbligatorio per gli aerei. Quindi se l’aliante ce l’ha e l’aereo no il sistema di fatto è inutile. In attesa di capire come sono andate le cose, pensa che simili sistemi debbano essere obbligatori su tutti gli aerei?

«Ci sono due ipotesi. Gli alianti sono obbligati a portare il FLARM perché gli alianti volano molto vicini anche per mantenere le correnti termiche, per questo hanno bisogno di questi sistemi; inoltre, l’aliante è un aeroplano con un’ala molto fine, che è difficile da vedere. Sugli aeroplani abbiamo sistemi come il trasponder che però non sempre 'parla' con il FLARM, e che come ha detto non è obbligatorio. È vero che da un certo punto di vista sarebbe meglio che tutti si dotino del FLARM, ma il rischio è che poi nessuno guarderebbe fuori dalla finestra. C’è quindi il pericolo di fidarsi troppo della tecnologia e troppo poco dei propri occhi».

La sfortuna in questo incidente ha quindi giocato un ruolo preponderante…

«Esatto. L’apertura alare dell’aliante sarà stata sui 26-30 metri, mentre l’aereo sui 10 metri. C’è sicuramente stata parecchia sfortuna…».