Un terzo degli impresari costruttori ticinesi ipotizza di abbandonare il contratto collettivo di lavoro cantonale in scadenza nel 2022.
Se ne è discusso nell'assemblea di giovedì. Una decisione sarà presa nel 2021.
L'ultimo pomo della discordia sono gli aggiustamenti chiesti a giugno dalla SSIC per favorire la ripresa dopo il lockdown. Da parte sindacale si era risposto picche. Unia rimanda le accuse al mittente: «Gli operai non erano disposti a otto mesi senza respiro», spiega Dario Cadenazzi.
La fine dell'accordo cantonale lascerebbe in vigore quello federale, più flessibile ma la cui applicazione è più difficile da controllare.