'Ndrangheta nelle ferrovie? La 'ndrangheta nelle ferrovie? «Il Gip ha già smentito per assunti accusatori insussistenti»

red

12.2.2022

Immagine d'illustrazione
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archivio Ti-Press

In riferimento alla notizia riguardante il coinvolgimento della Generale Costruzioni Ferroviarie (GCF) di Bellinzona in una operazione di polizia che ipotizzerebbe l’appartenenza dei vertici della società a un sodalizio criminoso, il Gruppo Rossi tiene a fare delle precisazioni.

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In un comunicato stampa, il Gruppo Rossi, a cui appartiene la GCF, fa notare che «è stato lo stesso Gip del Tribunale di Milano a smentire gli assunti accusatori della Procura ritenendoli insussistenti».

Nella nota vengono riportate le argomentazioni del Gip, che «osserva che questo giudice ha ritenuto insussistenti in capo ai legali rappresentanti di quelle società gravi indizi di colpevolezza dei reati di associazione a delinquere (capo1), sfruttamento della manodopera (capo 31) e auto riciclaggio (capo 32) per le ragioni illustrate nei capitoli precedenti».

Di conseguenza, prosegue lo stesso giudice nell'ordinanza, «non può essere ritenuto sussistente l’illecito amministrativo contestato alle rispettive società».

Come riporta sempre il Gruppo Rossi, il Gip dà altresì atto di come la stessa società GCF abbia «allontanato gli operai ed i soggetti coinvolti nelle indagini dai propri cantieri, dando così prova della inconciliabilità dei comportamenti con un possibile coinvolgimento».

In forza di tali considerazioni, il Giudice ha quindi rigettato le richieste della Procura della Repubblica.

«Comportamento corretto della società e dei suoi vertici»

Per quanto concerne alcuni sequestri, disposti per ipotesi residuali tributarie, la direzione GCF annuncia che si avvarrà della facoltà di difesa nelle opportune sedi.

In ultimo, si legge ancora nella nota stampa, la stessa direzione GCF rileva che «il Gip ha dato atto che la società e i suoi vertici hanno avuto un comportamento corretto e, anzi, sono stati anche oggetto di ritorsioni e furti. Pertanto la GCF tutelerà nelle opportune sedi la diffusione di notizie che non rispecchiano il tenore del provvedimento del giudice».