Protesta a Bellinzona L'urlo dell'edilizia: «Senza di noi non si costruisce nulla!»

SwissTXT / red

17.10.2022

A Bellinzona circa 2'000 operai hanno preso parte alla manifestazione contro le proposte del padronato in vista del rinnovo del contratto nazionale.

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Si è tenuta a Bellinzona la protesta dei lavoratori dell'edilizia. Si tratta della prima di una serie di manifestazioni che avranno luogo nelle prossime settimane in tutta la Svizzera per far pressione sulla Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) in vista del rinnovo del contratto nazionale mantello (CNM).

Un appello alla mobilitazione lanciato da UNIA e OCST al quale hanno risposto, al Sud delle Alpi, all'incirca 2'000 persone.

Durante l'assemblea generale che si è tenuta in mattinata al parco urbano di Bellinzona, come spiega la RSI sul proprio sito, gli operai presenti hanno approvato una risoluzione che prevede anche la possibilità di adottare ulteriori forme di pressione per difendere le rivendicazioni.

Rivendicazioni che riguardano in particolar modo l'intenzione dei datori di lavoro di passare a un orario di lavoro più flessibile. I sindacati temono infatti che l'impiego su chiamata possa degenerare.

Le rivendicazioni

«I lavoratori non chiedono la luna. Sono abituati ai sacrifici», ha affermato durante l'assemblea Dario Cadenazzi, responsabile del settore di Unia Ticino e Moesa, illustrando le principali rivendicazioni portate al tavolo delle trattative col padronato: una migliore protezione dei lavoratori anziani, regole chiare in caso di intemperie, tempi di trasferta pagati interamente dal datore di lavoro e giornate lavorative meno lunghe.

«Oggi vogliamo lanciare un chiaro monito a tutti gli impresari della Svizzera: senza i lavoratori non si costruisce niente!», ha aggiunto Paolo Locatelli, vicesegretario cantonale e responsabile dell'edilizia del sindacato OCST, come riporta ancora la RSI.