Ticino Mancato accordo quadro, Rossi: «Esportare sarà più complicato»

SwissTXT / pab

27.5.2021

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

Dispositivi medici, ma anche macchine, ricerca, elettricità: non sono poche le aziende e gli istituti che in Ticino operano in questi ambiti che saranno tra i primi a essere penalizzati dalla decisione del Consiglio federale di abbandonare le trattative sull'accordo quadro con l'Unione Europea.

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27.5.2021

«Una delle conseguenze del mancato accordo quadro è proprio che Svizzera e UE non concluderanno più nuovi accordi bilaterali e settoriali di accesso al mercato», spiega Michele Rossi, delegato per le relazioni esterne della Camera di commercio ticinese, ai microfoni della RSI. 

Un esempio è l'accesso della Svizzera al mercato europeo dell'elettricità.

«Un'altra conseguenza è che gli accordi già in vigore non verranno più aggiornati. Come quello sull'abolizione degli ostacoli tecnici al commercio: un accordo che permette alla Svizzera di esportare verso l'Unione Europea determinati prodotti senza dover passare per procedure complicate e venendo trattata come uno Stato membro», sottolinea Rossi.

Da ieri, questo mancato aggiornamento riguarda i dispositivi medici, poiché la nuova direttiva europea entrata in vigore proprio mercoledì, non vale per la Svizzera.

Il prossimo settore a cui toccherà la stessa sorte è quello delle macchine, e così via: con ogni adeguamento si innalzeranno barriere commerciali di settore in settore. Esportare sarà più complicato e costoso.

I prossimi settori toccati in Ticino saranno quello sanitario e quello industriale dei macchinari che esporta nel mercato europeo. Per quanto riguarda la ricerca, «la Svizzera non verrà più associata al nuovo programma europeo, e questo per gli istituti universitari ma anche per l'industria tecnologica può essere un problema», conclude Rossi.