Lugano Nuovi spazi per detenuti psichiatrici alla Stampa

SwissTXT / pab

10.3.2021

Il penitenziario della Stampa
Il penitenziario della Stampa
Ti-Press

Un'ala riservata ai detenuti psichiatrici aprirà i battenti in giugno al penitenziario della Stampa.

Dell'esigenza di una presa a carico mirata di chi soffre di patologie mentali e deve scontare una pena detentiva si è parlato ancora ieri a margine del caso della 29enne che incendiò la pensione La Santa nel dicembre del 2019, e che a causa delle gravi turbe psichiche di cui soffre dovrà seguire un trattamento psichiatrico in una struttura chiusa.

Questo comparto verrà strutturato con due celle più spaziose riservate ai detenuti che rappresentano un rischio per sé stessi o per gli altri. Vi passeranno l'intera giornata vivendo e lavorando.

Altre otto celle sono invece pensate - a differenza delle esigenze - per i detenuti che devono essere separati dagli altri (per esempio i criminali sessuali) e per quelli affetti da problemi psichici per i quali il giudice ha predisposto una misura terapeutica stazionaria. Potranno così essere seguiti da vicino dal servizio medico, dagli educatori e dai servizi sociali.

«Per gestire determinati tipi di persone ci vogliono strutture specializzate»

«Ci riuniremo con i vertici dell’Ospedale Sociopsichiatrico Cantonale per capire quali necessità vi saranno per i trattamenti di queste persone. Le posso però già anticipare che si potranno gestire solo una parte delle persone soggette a misure. Questo proprio perché per gestire determinati tipi di persone ci vogliono strutture specializzate che noi in Ticino non potremo offrire neanche in futuro», spiega ai microfoni della RSI Stefano Laffranchini. direttore del carcere cantonale.

Ma quale tipo di presa a carico verrà disposta per chi è sottoposto a misure? «Lo scopo – risponde Teresa Salamona, capo servizio medicina penitenziaria dell'EOC - del servizio medico in questo ambito, come già facciamo per altri detenuti con delle misure stazionarie, sarà una presa a carico a 360°, che prevede il coinvolgimento sia della parte somatica che, soprattutto, della parte psichiatrica per il proseguimento della terapia e della presa a carico psicoterapeutica. Poi c’è tutto l’ambito legato dell’ufficio di assistenza riabilitativa, che ci permetterà un domani di reintegrare le persone sul territorio».

Tutto ciò è pensato però per la popolazione carceraria maschile e non per quella femminile. «Sì – conferma Stefano Laffranchini – Soprattutto le donne soggette a misure. Calcoli però che sono pochissime. Al momento se ne contano due comprese le recenti sentenze e quindi per questo motivo, benché dal profilo soggettivo sia comprensibile e necessario poter anche pensare di disporre di un trattamento in Ticino, francamente non sarebbe mai all’altezza di quello che viene offerto nella Svizzera interna, Inoltre, come detto, non vi sarebbe neanche la massa critica per poterlo giustificare».