TicinoPandemia di COVID-19, «Parlamento da coinvolgere di più»
SwissTXT / pab
17.11.2020
Il Gran Consiglio ticinese dovrà essere più coinvolto quando il Consiglio di Stato prenderà delle decisioni per far fronte alla pandemia di Covid-19
È la posizione della Commissione della gestione, che oggi ha analizzato il messaggio con il quale il Governo spiega i motivi che, durante la prima ondata, lo hanno portato a decretare lo stato di necessità e lo stanziamento di misure finanziarie.
I commissari hanno tutti sottoscritto un rapporto unico, ma su alcuni aspetti ci sono state posizioni più sfumate.
Quanto analizzato oggi non è che l'antipasto del dibattito più ampio che si svolgerà lunedì in Parlamento sulla situazione pandemica. Ma se nella prima ondata tutto era nuovo e si poteva giustificare lo stato di necessità e lo Stato maggiore di condotta, non è più politicamente sostenibile per questa seconda ondata e per il futuro.
Il Parlamento vuole essere maggiormente coinvolto
Su questo punto sono tutti d'accordo, ha spiegato Matteo Quadranti, presidente della Commissione, ai microfoni della RSI: «Il Parlamento ritiene di avere a disposizione degli strumenti per agire urgentemente e per essere maggiormente coinvolto».
Ad esempio, in 12 giorni il Parlamento può essere convocato e può decidere delle misure da fare entrare subito in vigore. Il Gran Consiglio, in sostanza, non intende più restare a guardare.
Le posizioni dei commissari sono state più eterogenee in merito ai mezzi finanziari messi a disposizione dall’Esecutivo e su quelli che avrebbe potuto mettere a disposizione.
Alcune cifre
Le misure della prima ondata sono state comunque avallate, ma non prima di aver chiarito alcune cifre.
«Sono cifre importanti: 500-600 milioni di franchi. C’è chi ha voluto mettere l’accento sul fatto che diversi milioni sono stati messi sul piatto grazie a leggi federali o a fideiussioni concesse a imprenditori. La lettura sulle cifre è stata divergente», ha spigato ancora Quadranti.
È stato in particolare il Partito socialista ad approfondire le cifre fornite dal messaggio e a sollevare criticità su cui i commissari hanno poi trovato un compromesso sottoscritto, come detto, all’unanimità.