Ticino Pensioni dei consiglieri di Stato, si cambia

SwissTXT / pab

22.7.2020 - 18:12

Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, sede del Governo cantonale 
Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, sede del Governo cantonale 
Ti-Press

Le pensioni dei consiglieri di Stato ticinesi è tra gli argomenti che hanno fatto più discutere la politica cantonale, prima che si scatenasse la pandemia da Covid-19.

Sono regolate da una normativa che risale a oltre mezzo secolo fa e che non prevede l'assoggettamento dei cinque membri del Governo a nessun ente previdenziale. Ma forse già a breve non sarà più così e anche i ministri ticinesi saranno assoggettati.

Durante gli anni tale sistema è stato oggetto di critiche e più volte si è tentato di riformarlo, ma senza riuscire nell’intento. Fino a oggi, visto che i partiti sembrano essere giunti a una svolta.

Negli scorsi mesi la sottocommissione parlamentare incaricata del dossier pensioni ha infatti raggiunto una posizione condivisa, con un accordo che convince i rappresentanti delle sei formazioni politiche schierate in Gran Consiglio.

Perciò entro la fine dell’estate tale convergenza sarà concretizzata in un rapporto che andrà sottoposto alla Commissione della gestione, ai partiti e infine al Parlamento ticinese.

Verso il versamento a loro volta dei contributi

Il punto cardine consiste appunto nel fatto che i consiglieri di Stato sarebbero assoggettati – nello specifico – all'Istituto di previdenza del Canton Ticino, come per altro deciso, ma mai applicato dal Gran Consiglio nel 2015.

Verserebbero perciò a loro volta i contributi, mettendo fine a un sistema che prevede un regime speciale e legato a vitalizi.

Inoltre, sarebbe regolata (nel contempo) la questione dei rimborsi, che fece parecchio discutere nellla scorsa legislatura insieme a quella delle cosiddette buonuscite, alla fine dell’impegno profuso nella stanza dei bottoni.

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