TurismoCrollo dei pernottamenti in Ticino nel primo semestre
ATS
4.8.2020 - 10:28
Come era nelle attese il coronavirus ha provocato un crollo del turismo in Svizzera durante il primo semestre: i pernottamenti sono stati 9,9 milioni, il 48% in meno dello stesso periodo del 2019, pari a una diminuzione di 8,9 milioni di notti.
In Ticino la contrazione è stata del 54%, mentre nei Grigioni si è limitata al 23%.
Stando ai dati diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST) la flessione a livello nazionale – definita storica – è stata più marcata per gli stranieri (-60% a 4,8 milioni) che per gli svizzeri (-32% a 4,3 milioni).
Il semestre era peraltro cominciato bene, con +6% (su base annua) sia in gennaio che in febbraio: nel secondo mese la domanda straniera era infatti ancora elevata (+5%), ma i primi effetti della pandemia di Covid-19 si facevano già notare con il dato sulla presenza della clientela asiatica (-28%) e in particolare cinese (-67%).
In marzo la domanda è crollata del 62%, sulla scia della situazione straordinaria decretata dal Consiglio federale e dei provvedimenti restrittivi adottati. E in aprile si è quasi azzerata (-92%).
I primi timidi segnali di miglioramento si sono visti in maggio, quando la contrazione è stata del -79%, e si confermano ora in giugno. In base ai dati pubblicati oggi nel mese dedicato a Giunone le notti sono state 1,4 milioni (-62%), con la domanda indigena scesa del 25%, la contrazione meno forte dal marzo; quella straniera è diminuita dell'88%, in un contesto di allentamento delle misure anti-Covid a partire dal 6 giugno e di revoca delle restrizioni di ingresso in Svizzera per tutti gli Stati Schengen dal 15 giugno. Il Ticino (-33%) e i Grigioni (-35%) sono le regioni turistiche che hanno subito il calo meno forte.
Rimanendo in ambito regionale e tornando a valutare i dati dell'insieme del semestre, a soffrire sono stati soprattutto i poli economici e internazionali di Zurigo (-61%), Ginevra (-60%) e Basilea (-57%). In difficoltà si sono trovati anche Lucerna (-55%), Ticino (-54% a 442'000) e Vaud (-54%). È andata meglio alla Svizzera orientale (-39%), al Vallese (-36%) e soprattutto ai Grigioni (-23% a 2,1 milioni), la zona che di gran lunga si è difesa meglio.
Riguardo alla provenienza degli ospiti, sull'arco dei sei mesi i più importanti sono stati i tedeschi (-50%), seguiti dagli inglesi (-55%), dagli americani (-70%), dai francesi (-49%) e dagli italiani (-50%). I cinesi scivolano all'ottavo posto, segnando un calo dell'81%. Crollati pure gli indiani (-90%), che nel 2019 presentavano numeri importanti. L'anno scorso era peraltro stato un anno da incorniciare per gli albergatori: mai erano stati registrati tanti pernottamenti, quasi 40 milioni.