Le restrizioni alla mobilità imposte dalla pandemia in Svizzera e in Italia stanno determinando ormai da tempo gravi contraccolpi per le attività dei benzinai ticinesi.
Sull'autostrada A2, dove in condizioni di normalità si registrano 80'000 transiti al giorno, i passaggi risultano ora ridotti della metà. Inevitabili i riflessi sulle vendite: nell'area di servizio autostradale di Coldrerio, concepita per essere aperta 24 ore su 24, sono diminuite in una misura superiore al 50%.
Serie le ripercussioni anche per le attività accessorie delle stazioni: per City Carburoil, ad esempio, ammontano al 40% le perdite subite nei comparti bar e snack bar.
Mediamente un calo del 30%
«Sì, è una desolazione. Il 2020 è stato veramente un anno difficile per il nostro settore. Mediamente abbiamo avuto un calo del 30%. Questo calo si è visto soprattutto nel sud del Ticino, dove nei mesi di marzo, aprile e maggio abbiamo registrato su alcuni punti vendita addirittura 80-89% di volume in meno. E alcuni operatori, certe stazioni, hanno dovuto chiudere», afferma Matteo Centonze, presidente dell'Associazione ticinese delle stazioni di servizio, ai microfoni della RSI.
Se l'indennità per perdita di guadagno (IPG) ha fornito un sostegno per i benzinai indipendenti, è il ricorso al lavoro ridotto ad aver invece consentito di salvaguardare l'organico delle grandi stazioni.
Ma fino a quando? «È chiaro che bisognerà vedere come si evolverà il futuro... La situazione è drammatica e i costi sono rimasti praticamente invariati», sottolinea ancora Centonze.