AllentamentiQuasi tutti soddisfatti, Bertoli e Lepori: «Ma attenti ai più fragili»
SwissTXT / red
16.2.2022
Politica, sanità ed economia accolgono positivamente la fine di molte restrizioni annunciata mercoledì dal Consiglio federale. Ma secondo i più la mascherina mantiene la sua utilità. La RSI ha raccolto le reazioni alle decisioni prese da Berna.
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16.02.2022, 22:20
16.02.2022, 23:18
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«La pandemia non è finita, è finita una fase importante per cui si va verso alleggerimenti di peso, ma rimane la possibilità che invito a cogliere di continuare a seguire quei gesti barriera che ci siamo abituati a conoscere, per la nostra sicurezza e per le persone più fragili che hanno diritto anche loro di girare liberamente»: questo il commento del presidente del Consiglio di Stato ticinese Manuele Bertoli alla decisione del Governo di revocare quasi tutte le restrizioni.
La ritrovata autonomia dei cantoni «è un valore», ma «se fanno cose troppo diverse fra loro questo crea un problema», «quel patchwork che in passato è stato criticato», ricorda Bertoli. Per questo il Ticino non adotterà misure sostitutive di quelle federali.
L'uso della mascherina non sarà più obbligatorio in tutti gli ordini scolastici, ma docenti e allievi potranno continuare a indossarla se lo vorranno.
«La mascherina per proteggere i più fragili»
Mattia Lepori, vicecapo dell'area medica dell'Ente ospedaliero cantonale, fa un ragionamento analogo. C'è stato un miglioramento della situazione epidemiologica e quindi il passo annunciato è coerente, specie per quanto riguarda il certificato, la cui abolizione «non avrà una grossa incidenza sui contagi, mentre avrà un effetto sul clima di tensione che è venuto a crearsi».
Lepori fatica invece capire l'abolizione generalizzata della mascherina, una misura «poco invasiva» oltre che efficace. Il suo invito, proprio per quel che riguarda i più vulnerabili, è quindi di continuare a portarla «senza vergogna e senza timore». «Il fatto che l'obbligo sia stato tolto non significa che sia vietato portarla o disdicevole farlo».
Più pronti a eventuali pandemie future
Nel complesso, quanto stabilito dal Consiglio federale viene accolto positivamente, stando alle reazioni raccolte dalla RSI.
Anche da tutti i partiti, sebbene con qualche bemolle e con l'invito alla Confederazione a prepararsi al meglio per affrontare eventuali pandemie future senza gli errori e le difficoltà che hanno segnato la gestione di questa.
Proprio nel rispetto dei più vulnerabili citati da Bertoli e Lepori, il PS avrebbe preferito che si continuasse ancora per un po' a mettere la mascherina nei negozi, mentre l'UDC l'avrebbe soppressa anche su bus, tram e treni.
Far rispettare questo obbligo rimasto in vigore non sarà facile, sottolinea anche Ueli Stückelberger, direttore dell'Unione dei trasporti pubblici. La misura, afferma, sarà sempre meno accettata dagli utenti.
Nella ristorazione le conseguenze si sentiranno a lungo
Fra i settori che da giovedì torneranno a operare a pieno regime c'è anche quello della ristorazione, dove non sarà più richiesto il certificato Covid. «C'è grande gioia per il fatto che è nuovamente possibile servire tutti i clienti», ha detto il presidente di GastroSuisse, Casimir Platzer. Due anni di restrizioni, tuttavia, hanno lasciato il segno, e la situazione economica del ramo rimane molto grave. Per recuperare ci vorrà molto tempo.
«Un sollievo perché si vede la luce in fondo al tunnel, con la speranza di non ritrovarsi ai piedi della scala in autunno», gli fa eco il Massimo Suter di GastroTicino, secondo il quale saranno pochi i ristoratori che chiederanno ancora ai propri dipendenti di coprire bocca e naso.
Soddisfazione nelle palestre
L'accesso non sarà più limitato e non ci sarà bisogno di indossare la mascherina nemmeno nelle palestre, «dopo mesi che hanno impedito a una fetta della clientela di potersi allenare», ricorda anche Simone Posavec, responsabile regionale di Activ, che ha cinque centri in Ticino e che manterrà comunque il distanziamento dei macchinari e le possibilità di disinfettare mani e apparecchi.
L'economia si sente vincitrice
La caduta delle restrizioni è pienamente giustificata, secondo Economiesuisse, e «una vittoria della ragione e un effetto della pressione persistente dell'economia», come commenta infine l'Unione svizzera arti e mestieri, che vede soddisfatte le sue richieste e si scaglia contro la Task force scientifica della Confederazione, che accusa di «errori di valutazione» che hanno spinto il Consiglio federale a imporre misure dannose.