COVID-19Rappresentanti della cultura incontrano Berset: «Da prevedere un lungo letargo»
SwissTXT / pab
16.11.2020
«Senza cultura non c'è società, non c'è legame sociale», ma al di là della retorica di Alain Berset non è da prevedere un miglioramento a breve termine della situazione di chi in Svizzera fa cinema, teatro, danza, musica. La pandemia non lo permette.
È quanto emerso oggi, lunedì, in un incontro a Berna fra il consigliere federale e una delegazione di rappresentanti di diversi ambiti culturali. Le limitazioni imposte dal Consiglio federale il 28 ottobre e quelle ancor più stringenti adottate da diversi cantoni (fino alla chiusura in alcuni casi) hanno inflitto un duro colpo al settore.
Dal faccia a faccia non sono emerse né novità né particolari rassicurazioni e «non ce le aspettavamo», afferma Cristina Galbiati, rappresentante nella Svizzera italiana di t. (tipunto), associazione di categoria dei professionisti dello spettacolo.
«La crisi è grande e sarà molto lunga»
«La crisi è grande e sarà molto lunga», afferma ai microfoni della RSI, e non è da prevedere un ritorno in tempi brevi a un numero di spettatori superiore agli attuali 50 (30 in Ticino). «Si è parlato di un lungo letargo invernale per la cultura», spiega ancora Galbiati.
In tempi brevi il settore in Ticino potrebbe sollecitare l'incontro a cui il capo del DECS Manuele Bertoli si è detto disponibile.
Restano gli aiuti economici, che potrebbero rivelarsi però insufficienti. A marzo, ricorda il Dipartimento dell’interno nella sua nota, il Consiglio federale ha adottato un pacchetto di provvedimenti per attenuare l’impatto economico della pandemia sulla cultura, stanziando mezzi per complessivi 280 milioni di franchi.
Le domande di aiuto presentate nella prima parte della pandemia sono state tutte evase. Il 25 settembre il Parlamento ha inoltre approvato una proroga dei provvedimenti nel quadro della legge COVID-19 e stanziato 130 milioni di franchi per il 2021. Berset oggi ha detto che «è tutto da vedere se basteranno».