COVID-19 Riapertura ristoranti, Suter: «Parmelin dice quello che vogliamo sentire»

SwissTXT / pab

19.4.2020

Il presidente di Gastro Ticino Massimo Suter 
Il presidente di Gastro Ticino Massimo Suter 
Ti-Press

«Parmelin ci sta dicendo… quello che vogliamo sentire. Ma questa è solo la mia personale impressione. Quello che ci ha dato più fastidio, nelle scorse settimane, è stata la mancanza di un orizzonte temporale per la riapertura».

Così il presidente di Gastro Ticino Massimo Suter commenta, interpellato dalla RSI, la dichiarazione del ministro svizzero dell'economia Guy Parmelin, che non esclude la possibilità che i ristoranti in Svizzera possano riaprire già «nelle prossime settimane».

«Abbiamo perso Pasqua e ora perderemo anche i ponti dell’Ascensione e di Pentecoste. Ma a Berna bisognerebbe rendersi conto del fatto che il Ticino ha una struttura ricettiva molto particolare - e penso ai grotti che sono il nostro valore aggiunto - e che ha una stagionalità molto ridotta. E dunque ogni settimana che perdiamo è un grave danno economico. Che rischia di ripercuotersi anche sulla stagione 2020-21, con diversi fallimenti», continua Suter.

«Bisogna lasciare spazio di manovra ai cantoni»

In merito alle dichiarazioni di Parmelin, secondo cui il Governo valuterà le circostanze ogni settimana, ma è imperativo che l'apertura del mercato tenga conto delle esigenze di protezione della salute, il presidente di Gastro Ticino ha le sue idee: «Berna, per fare un buon lavoro, dovrebbe riuscire a non generalizzare troppo e a lasciare spazio di manovra ai cantoni. Faccio un esempio: Chi ha delle grandi terrazze può attuare il social distancing molto più facilmente di chi non le ha».

Ma non solo: «Ci vuole anche parità di trattamento e se un ristoratore non ha le strutture adeguate alla protezione della salute e dunque non può aprire, allora va aiutato», prosegue Suter, precisando che «non bisogna chiaramente mettere in gioco quanto di buono fatto finora. A brevissimo dunque, a meno che ci si sieda davvero a un tavolo e si trovino degli accordi su delle misure che assicurino sia la sicurezza sanitaria che l’interesse economico, non credo che si riaprirà».

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