Metrò alpino Rilanciato il progetto per collegare Val Rovana e Val Formazza

SwissTXT / red

9.4.2022

Veduta del nucleo del paese Walser di Bosco Gurin, in Vallemaggia.
Veduta del nucleo del paese Walser di Bosco Gurin, in Vallemaggia.
archivio Ti-Press

Il progetto del Metrò alpino per collegare la Val Rovana e la Val Formazza, di cui si parla dalla fine degli anni '90, è stato rilanciato in grande stile dall'imprenditore Giovanni Frapolli, che giovedì, durante una serata informativa a Cevio, lo ha presentato alla popolazione.

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Il tunnel sarebbe lungo 6 km e congiungerebbe con un trenino a fune il Paese di Bosco Gurin al Comune di Formazza in Italia. Si tratta di un progetto piuttosto avveniristico che piace ai comuni dell'Alta Valle, che lo hanno inserito nel master plan.

«Questo progetto non va visto singolarmente come un collegamento tra le due località, bensì come un circuito che continua fino a Domodossola e poi, prendendo la Centovallina, torna a Locarno e poi risale in Vallemaggia», ha spiegato ai microfoni del Quotidiano della RSI Giacomo Garzoli, presidente dell'Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia.

Il collegamento, se venisse approvato, costerebbe 52 milioni di franchi e verrebbe promosso in gran parte dai privati. Sulla sua sostenibilità economica garantiscono gli esperti che hanno compiuto un'analisi turistica e dell'impatto economico.

«Con questo progetto si possono creare più di 230 posti di lavoro solo per la sua costruzione. Abbiamo inoltre stimato che più di 100 impieghi potranno in seguito essere creati annualmente dopo l'apertura del metrò», ha illustrato dal canto suo Marc Bros de Puechredon, presidente della direzione di BAK Economics.

Contrari gli abitanti di Bosco Gurin

Se la sfida entusiasma i più, gli abitanti di Bosco Gurin lo sono un po' meno e hanno infatti preso posizione, con la quale fanno sapere di non aderire a questo progetto, soprattutto ritenendo che le ricadute economiche siano sovrastimate, ma anche perché preoccupati per l'impatto paesaggistico, culturale e sociale.

A questo punto dunque andrà cercata una mediazione fra le parti coinvolte. Ma Frapolli ha fatto sapere che nel frattempo porterà avanti l'iter. Se Berna approverà il progetto, i lavori potrebbero già iniziare nel 2023 e concludersi nel 2027.