Prezzi più alti e tempi di consegna più che raddoppiati, è il binomio che sta mettendo in difficoltà una serie di artigiani e costruttori. E questo perché scarseggiano le materie, da una parte a causa del rallentamento delle catene di produzione a livello mondiale, dall'altra a causa della domanda sostenuta. Gli effetti si fanno sentire anche alle nostre latitudini.
SwissTXT / pab
07.05.2021, 21:54
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Finestre, porte, ma anche mobili: per farli ci vuole legno, ma non solo. Servono infatti anche materiali in alluminio, in ferro o in vetro: «È questo il punto dolente, ho trovato difficoltà con il pino per trovare gli spessori grossi», dice ai microfoni della RSI Renato Scerpella, presidente dell'Associazione svizzera fabbricanti mobili e serramenti, sezione Ticino.
Nel caso del legno l'aumento del prezzo varia dal 5-10%, ma può arrivare anche fino al 60%. Stessa tendenza anche per i metalli derivati dal petrolio: almeno un +30%. Per artigiani e impresari, ciò significa che tutti i contratti firmati precedentemente a quest'impennata sono ora del 20-30% più cari.
Si pone allora la questione di sapere chi deve assumersi questi costi in più: «Dipende dal contratto, in alcuni casi si riesce a recuperare, se però i contratti vengono fatti con prezzi fissi, lì ci sono dei problemi. Noi puntiamo sulla buona fede dei committenti», fa sapere Nicola Bagnovini, direttore della società svizzera impresari costruttori, sezione Ticino.
Materie prime che mancano, tempi di consegna che si allungano. Quattro settimane di attesa per un serramento possono diventare anche tre mesi. Questo comporta anche il rischio per le ditte di rimanere ferme col lavoro, in un momento in cui la domanda è forte. In altri settori della costruzione, c'è ormai chi, mancando il materiale, ha ormai chiesto il lavoro ridotto.