Sondaggio Scuola e pandemia, qual è stato l'ostacolo più grande?

SwissTxt / pab

22.9.2020 - 11:20

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press /Archivio

Il Cantone ha pubblicato i risultati dell'indagine commissionata dal Dipartimento dell’educazione (DECS) per indagare il vissuto di scolari, famiglie e docenti durante l’emergenza sanitaria.

Il COVID-19 ha stravolto in molti modi la quotidianità, compresa quella all'interno della scuola dell'obbligo ticinese. Come lo ha fatto la scorsa primavera nelle varie sedi? Lo rivela un sondaggio voluto dal DECS pubblicato oggi, martedì, e che ha preso in considerazione l'opinione di alunni, genitori, docenti e direzioni.

Si è cercato insomma di capire come è stato vissuto e messo in pratica l'insegnamento a distanza e in parziale presenza, in questa inaspettata situazione.

E per farlo sono state interpellate più di 40'000 persone: il 50 per cento delle famiglie ha risposto e lo ha fatto anche il 70 per cento dei quadri scolastici e del corpo docenti.

Cosa è mancato di più? 

A mancare di più ai ragazzi, come affermano loro stessi nelle risposte, sono stati i compagni di scuola e i maestri.  Secondo l'80 per cento dei genitori però i giovani hanno dimostrato un grande impegno così come i docenti che hanno dovuto adottare nuove metodologie, anche se questo, dati alla mano, per loro ha comportato un notevole aumento del carico di lavoro.

Con la scuola a distanza, rivela l’indagine, il 57% dei docenti di scuola media ha infatti dichiarato di essersi sentito spesso o sempre sotto pressione e il 30% ha affermato di essersi sentito spesso o sempre ansioso.

Con il passaggio alla scuola parzialmente in presenza, la situazione è generalmente migliorata.

La digitalizzazione, una barriera importante

La vera barriera è risultata essere la digitalizzazione:  avere o meno a casa un computer, saperlo usare, avere genitori disponibili e capaci di sostenere anche le sfide tecnologiche conciliando lavoro e accudimento.

I genitori, si legge in un comunicato del DECS, hanno segnalato soprattutto difficoltà associate all'accudimento dei figli (per il 30% dei rispondenti) e alla necessità di accompagnarli nelle attività scolastiche fornendo spiegazioni o alimentando la motivazione allo studio (con solo il 3% dei bambini di scuola dell’infanzia e il 5% dei bambini di scuola elementare che ha lavorato da solo; la percentuale nella scuola media sale tuttavia al 40%).

L'indagine entra nel dettaglio in merito a molti aspetti e ha sottolineato con i pareri di docenti e direttori, oltre alle debolezze, anche i punti di forza e le buone pratiche del DECS e degli istituti scolastici.

Linee guida del DECS tempestive?

In generale, si legge nella nota del DECS, per i due periodi, le linee guida formulate dalle direzioni delle scuole sono state ritenute utili e tempestive da ogni categoria di docenti.

Quelle emanate dal DECS, pur essendo considerate utili, secondo una buona parte dei quadri scolastici non sono state emesse con sufficiente anticipo; una valutazione, quest’ultima, che può anche essere ricondotta al comprensibile stato d’incertezza del momento.

In questa delicata situazione, il DECS farà sue queste osservazione poiché, se è vero che oggi la scuola è ripartita in presenza, ancora nessuno può escludere che in futuro (in caso di nuova emergenza) vengano riattivati gli altri due scenari: quello misto della scuola in parte a distanza e in parte in sede, e quello dell’insegnamento completamente online.

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