Lugano Accuse di mobbing e umiliazioni presso la procura federale ticinese

SwissTXT / pab

3.8.2020 - 18:18

La sede ticinese del Ministero pubblico della Confederazione a Lugano
La sede ticinese del Ministero pubblico della Confederazione a Lugano
Ti-Press

Pubbliche umiliazioni e accuse di mobbing all'antenna ticinese del Ministero pubblico della Confederazione.

Le hanno denunciate due dipendenti che parlano dell’esistenza a Lugano di un clima di lavoro insostenibile per diversi collaboratori. Tanto che una mezza dozzina se ne sarebbe andata per esasperazione nel corso degli ultimi anni. Della questione è al corrente anche l'autorità di vigilanza che sta valutando il caso.

Le due cancelliere, dipendenti di lunga data della procura federale che in Ticino impiega una ventina di persone, descrivono un clima di lavoro da guerra fredda, con grida, porte sbattute, ma soprattutto pubbliche umiliazioni da parte dei vertici.

Si parla di favoritismi e vessazioni, di incarti attribuiti per simpatia e di un controllo sistematico dell’attività informatica che configurerebbe una violazione della privacy.

Richieste e segnalazioni finora cadute nel vuoto

Entrambe, tramite i propri legali, hanno segnalato la situazione a partire da alcuni anni fa, sollecitando l’intervento di diversi servizi. Tutte le richieste, comprese quelle al procuratore generale dimissionario Michael Lauber, sono però cadute nel vuoto, dicono gli avvocati delle cancelliere.

Tanto che di recente hanno deciso di rivolgersi anche all'Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione.

Questa ha confermato alla RSI di aver ricevuto due reclami relativi a «situazioni presso il personale nella sede di Lugano».

L'autorità di vigilanza ha quindi chiesto di prendere posizione sulle fattispecie segnalate al Ministero pubblico della Confederazione che, da parte sua, non risponde alle domande sul caso, limitandosi a dire che «non si esprimono su questioni personali per via della tutela della sfera privata».

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