Interpellato dalla RSI, il direttore medico del Servizio trasfusionale della Svizzera italiana Stefano Fontana, attivo anche in altri Cantoni, ha sottolineato che anche alle nostre latitudini ci sono stati dei casi isolati in cui chi doveva ricevere una trasfusione ha chiesto se fosse possibile fare la differenza tra sangue di una persona vaccinata o meno e se tale differenza fosse importante.
Una domanda, ha spiegato, come tante altre che chi ha bisogno o potrebbe aver bisogno di ricevere sangue pone.
Fontana ha fatto notare che gli studi sul tema sono giunti alla conclusione che la vaccinazione non rappresenta un rischio per la trasfusione. Nel caso del Covid, Fontana ha spiegato che nel sangue del donatore non sono più presenti componenti del mRNA messaggero, bensì gli anticorpi come quelli di chi è stato infettato dalla virus. Lo stesso accade per altri vaccini o malattie
Il servizio trasfusionale raccoglie e archivia comunque tutte le informazioni (su malattie infettive sviluppate, medicamenti presi, ecc.) in modo da garantire la tracciabilità dal donatore fino al paziente. Chi riceve il sangue non ha però il diritto di conoscerle, come non sa chi sia il donatore, per una questione di protezione della personalità, come nel caso della donazione di organi.