Dramma Trovato morto il parapendista disperso da sabato

SwissTxt / pab

31.7.2020

Una foto dal profilo Facebook.
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screenshot Facebook

Il corpo dell'uomo è stato ritrovato venerdì mattina in una zona impervia della valle del Chignolasc, a 1'720 metri, in Valle Maggia. Era scomparso il 25 luglio.

È stato ritrovato morto il 34enne parapendista svizzero, domiciliato nel Locarnese, che era scomparso il 25 luglio. Lo ha comunicato la polizia.

Nella nota le forze dell'ordine spiegano come il ritrovamento sia avvenuto nell'ambito delle ricerche odierne effettuate con l'impiego di un elicottero dell'esercito (un Eurocopter EC635), in una zona impervia della valle del Chignolasc (a un'altitudine di circa 1'720 metri) in alta Valle Maggia.

Data la zona impervia, il recupero del corpo è stato effettuato da un elicottero della REGA con un argano.

Nessuna notizia da sabato

L'uomo, ricordiamo, era decollato sabato 25 luglio da Cardada poco dopo le 11.30 con un parapendio dalla vela rossa e il bordo d'attacco giallo in direzione della Val Formazza e della Val Devero, per poi proseguire verso le 15.20 lungo il confine tra Canton Vallese e Italia, con l'intento di rientrare in territorio ticinese.

Nelle ricerche è stato coinvolto anche l’esercito che ha sorvolato la zona delle ricerche con un elicottero militare Super Puma

I dati della telefonia mobile sono stati utili

A parte l'ultimo segnale telefonico agganciato dall'antenna di Someo non molto distante dal punto del ritrovamento ci sono stati altri fattori determinanti per localizzare il disperso, come ha dichiarato alla RSI Renato Pizolli, portavoce della polizia cantonale. 

«Sono stati dei dati relativi alla telefonia ma anche indicazioni che sono venute da MeteoSvizzera, per esempio, che permettevano di capire quello che potevano essere l’influenza di determinate correnti o venti o situazioni meteorologiche particolari. Anche le segnalazioni delle persone e dei ricercatori volontari sul posto».

La vastità della zona di ricerca è stata una sfida 

«La zona impervia in un’area potenzialmente molto vasta di ricerca ha creato una difficoltà supplementare, ha spiegato Pizolli, e ha reso inoltre indispensabile il lavoro di analisi da parte di un gruppo di specialisti che altrimenti non avrebbe permesso in tempi brevi una ricerca in una zona vastissima».

Il dispositivo di ricerca è stato molto importante. Coordinati dalla polizia cantonale hanno partecipato alle ricerche l'Esercito, la REGA, il Soccorso alpino svizzero, le Guardie di confine, il Care Team, diversi enti di soccorso sia svizzeri sia italiani, come pure numerosi volontari.

«Era ed è sempre determinante poter avere un numero di segnalazioni che escludono o includono delle parti della ricerca – conclude Pizolli - e quindi nella giusta coordinazione l’apporto di personale anche volontario è sicuramente un elemento in più».

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