In zona confine Una cooperazione transfrontaliera «più snella»

SwissTXT / red

15.4.2022

Pompieri di Bellinzona e vigili del fuoco durante le prime notti di lavoro nei pressi di Indemini
Pompieri di Bellinzona e vigili del fuoco durante le prime notti di lavoro nei pressi di Indemini
Vigili del fuoco

L’incendio divampato in febbraio sul monte Gambarogno ha riproposto il tema di una cooperazione transfrontaliera «più snella», in un rapporto uno a uno tra province italiane e Cantone.

SwissTXT / red

Ad affermarlo nei giorni scorsi, a poche settimane dall’esercitazione denominata «Odescalchi 2022» che vedrà proprio eserciti e protezione civile dei due Stati operare insieme sul lago Maggiore, è Fabio Passera, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca al confine con Indemini e Dirinella, cui fanno eco le considerazioni del municipale di Gambarogno, Gianpietro Ferrari.

Quando il problema è locale

Come si legge sul sito della RSI, per il sindaco italiano del Comune che confina, sia in montagna che a bordo lago, con Gambarogno, vi è la necessità di poter decidere, in casi come quelli verificatesi al confine con l’incendio, in maniera «locale», senza nessun desiderio di scavalcare Roma o Berna, ma attuando quello che ritiene essere una sorta di federalismo nei protocolli di sicurezza a protezione di persone e territorio.

Proprio come quello siglato nel giugno 2016 a Como nella precedente operazione «Odescalchi» tra Italia e Svizzera, dove è stato stilato un vero e proprio protocollo di intervento per le emergenze di carattere transfrontaliero con personale qualificato che sa come agire anche localmente in caso di necessità.

Il municipale del Comune ticinese, Ferrari, ritiene che sul campo ci sia un’ottima intesa ed il lavoro funziona ma bisogna mettere in ordine accordi internazionali che non sono impossibili perché altre Regioni italiane con altri cantoni – dice – lo fanno già.

Le basi legali per venire incontro a questo tipo di richiesta esistono già, sono poi le stesse procedure attuate proprio per l'incendio in Gambarogno che ha permesso l'arrivo dei Canadair grazie ai contatti attivati tra il Dipartimento delle istituzioni ed il Dipartimento della Protezione Civile a Roma.

«Odescalchi 2022» vuole siglare questo genere di accordi Svizzera-Italia tra 6 Prefetture italiane di confine ed i cantoni Ticino e Grigioni, oltre al rinnovo dell'intesa del 2016 di Como. Intese che permetteranno di sapere con certezza che fare, chi chiamare, come operare in caso di disastri nelle regioni di frontiera.

Maccagno e Gambarogno, un laboratorio di cooperazione

«Odescalchi 2022» prenderà il via dall’11 al 18 giugno prossimi e vedrà impegnati nelle simulazioni di calamità le aree di Leventina, Mendrisiotto, in Svizzera, e Luinese, in Italia.

Segnatamente proprio il territorio del Lago Maggiore a Maccagno, nemmeno a dirlo, vedrà il salvataggio degli abitanti da un forte incendio tramite la costruzione di ponti mobili in acqua. Esercitazioni a parte, gli stessi municipali da entrambi i lati della frontiera ricordano che già da anni sono attive diverse forme di cooperazione.

Non da ultimo i lavori nel Rio Dirinella, fiume condiviso tra Italia e Svizzera che taglia in due il valico di Dirinella, dopo l’alluvione dell’agosto 2020 che ha portato una quantità importante di detriti a valle distruggendo parte dell’alveo.

La conoscenza diretta delle persone, nel pieno rispetto delle rispettive norme vigenti, ha permesso una comunicazione veloce anche su aspetti tecnici perché metà fiume italiano è sotto la cura di Regione Lombardia facendo parte del Reticolo idrico maggiore. «I differenti aspetti legislativi – ha spiegato il sindaco Passera – potevano protrarre i tempi.

La delibera regionale invece ha liberato fondi proprio in vista del rischio per l’incolumità delle persone che sono a valle di questo fiume rilevato dall’Ufficio territoriale Regionale Insubria e da qui è arrivato lo stanziamento della metà della cifra utile per i lavori».

Altri temi sui quali sono stati trovati accordi sono l’acqua in montagna, le necessità viabilistiche dovute a cantieri da entrambe le parti della frontiera ed anche la cooperazione in materia religiosa: ancora oggi Don Vinierio, con oltre 60 anni di sacerdozio alle spalle, da Maccagno sale con il suo fuoristrada ad Indemini nella chiesa di San Bartolomeo per officiare le funzioni religiose.