Una nuova inchiesta sta scuotendo la piazza finanziaria ticinese.
Settimana scorsa, si è appreso lunedì, sono stati arrestati un dirigente e l’amministratore unico di una società di Lugano, attiva nel settore immobiliare.
La vicenda, si legge sul sito della RSI, riguarda fondi di investimento lussemburghesi. Fondi di tipo obbligazionario che, fino a un certo punto, hanno reso ai clienti interessi elevati. Poi la liquidità ha cominciato a scarseggiare, e i rubinetti si sono chiusi. Di qui gli accertamenti, sfociati nel blitz di alcuni giorni fa.
Mancherebbero all’appello almeno 10 milioni di franchi
L’indagine, coordinata dalla procuratrice Chiara Borelli, è di quelle importanti. Secondo le stime iniziali, che andranno affinate anche con la valutazione esatta degli immobili esistenti, in Svizzera e all’estero, mancherebbero all’appello qualcosa come almeno dieci milioni di franchi.
Sotto la lente degli inquirenti è finito soprattutto l’amministratore (e co-fondatore) della società, un cittadino italiano da tempo in Ticino. Truffa l’accusa principale ipotizzata nei suoi confronti. Per ora sono stati disposti «solo» due arresti. Ma le verifiche proseguono, e all’orizzonte si profilano ulteriori sviluppi.