«Pink Panther»Tentata rapina in Via Nassa a Lugano, in tre a processo
ATS
23.9.2020 - 19:58
Tre presunti membri della banda balcanica di rapinatori di gioiellerie denominata «Pink Panther», arrestati nel febbraio 2018 a Pregassona, sono stati processati oggi davanti al Tribunale distrettuale di Zurigo.
A giudizio c'erano tre serbi di età compresa tra i 39 e i 44 anni, che nel febbraio di due anni fa avevano allestito un piano molto accurato per rapinare una o più gioiellerie in Via Nassa a Lugano così come a Gstaad (BE). Attualmente sono incarcerati a Zurigo e Winterthur.
La polizia li aveva sorvegliati per mesi ed era riuscita a piazzare un microfono nella loro auto, sentendo così i piani riguardanti il colpo nel centro di Lugano.
I tre agivano in modo meticoloso
L'atto d'accusa mostra quanto meticolosamente agivano i tre: hanno spiato per giorni i negozi presi di mira, hanno organizzato via internet un appartamento adeguato nei pressi del confine per nascondersi e si sono procurati, a Milano, armi e targhe false.
I tre scooter con cui volevano fuggire dopo la rapina pianificata a Lugano sono stati organizzati in luoghi diversi, tra cui Zurigo, mentre il furgone con cui volevano portali in Ticino è stato noleggiato nel canton Sciaffusa.
Hanno effettuato vari viaggi di prova con gli scooter, percorso il centro di Lugano a piedi, sperimentato la via di fuga e visitato a più riprese gioiellerie, in modo da capire quante persone vi lavorassero e quali dispositivi di sicurezza vi fossero.
Ancor prima del colpo previsto a Lugano, due di essi hanno «ispezionato» una gioielleria a Gstaad, la prossima sulla lista che volevano derubare. Nel giorno della rapina in Via Nassa la polizia li ha però arrestati. Poi sono stati trasferiti in diverse prigioni zurighesi.
Le richieste di pena
Il Ministero pubblico zurighese chiede per i tre imputati pene detentive comprese tra cinque anni e mezzo e sette anni, l'espulsione dalla Svizzera per dieci e quindici anni e pene pecuniarie di 30 aliquote giornaliere per tentata rapina e altri delitti.
L'espulsione va iscritta nel sistema d'informazione di Schengen: i tre non potrebbero più entrare in nessun paese dello Spazio di Schengen.
I difensori hanno invece sostenuto che i loro mandanti non erano membri dei «Pink Panther», ma solo semplici turisti del crimine. Per il 39enne è stata chiesta una pena detentiva di due anni sospesa con la condizionale, per il 42enne e il 44enne l'assoluzione.
In aula i tre – con le manette ai polsi e alle caviglie – hanno negato tutte le accuse. La sentenza è attesa per domani pomeriggio. Un quarto membro della banda arrestato a Pregassona sarà processato separatamente perché, invece, ha confessato la tentata rapina.