Votazioni federali L'Accordo con l'Indonesia passa di misura con il 51,66%

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7.3.2021 - 18:40

Immagine d'illustrazione
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KEYSTONE / EPA/DEDI SINUHAJI PLEASE

Il risicato margine ha sorpreso molti protagonisti della scena politica, ma alla fine l'Accordo di partenariato economico con l'Indonesia è stato comunque approvato con il 51,66% dei voti (1'408'057 schede). I «no» si sono fermati al 48,34% (1'317'706 schede). L'affluenza si è attestata al 50,45%.

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L'intesa è stata accolta bene sopratutto nella Svizzera centrale, con Nidvaldo che fa registrare il 62,67% di «sì», Zugo il 61,85%, Obvaldo il 59,12% e Svitto il 58,87. In Ticino l'accordo è stato accettato di misura con il 50,81%, mentre nei Grigioni i favorevoli hanno raggiunto il 53,81%. Il testo ha trovato diversi sostenitori anche a Zurigo (58,18%), Appenzello Interno (57,37%), Argovia (56,52%), San Gallo (55,99) e Lucerna (55,91%).

A creare invece il più classico dei Röstigraben ci ha pensato la forte opposizione romanda, con il 65,84% di «no» a Vaud, il 64,71% nel Giura, il 60,48% e Neuchâtel, il 59,73% a Ginevra e il 53,72% a Friburgo. A dirsi contrario c'è stato però anche Basilea Città, dove il testo è stato respinto dal 51,19% dei cittadini. Questi sono anche gli unici sei cantoni che hanno espresso un voto contrario.

Difeso dal Consiglio federale, l'accordo era sostenuto da una larga coalizione di partiti dalla destra fino al centro, così come dagli ambiti economici. I Verdi e i socialisti invece si opponevano. A creare polemiche in sede di campagna è stato in particolare l'olio di palma, prodotto molto usato nell'industria alimentare ma controverso per il suo impatto ambientale.

Si è tratta della prima volta che il popolo è stato chiamato a esprimersi su un accordo di libero scambio attraverso un referendum facoltativo. Con ogni probabilità, in futuro altre intese saranno sottoposte al voto.

Sorpresa per l'equilibrio

Molte reazioni all'approvazione dell'accordo con l'Indonesia vanno nella stessa direzione: l'alto numero di «no» ha sorpreso e va preso sul serio per le decisioni future.

Willy Cretegny, fautore del referendum contro l'intesa con l'Indonesia, non è assolutamente deluso dal risultato. Il comitato per il no – sostiene – ha infatti già vinto prima ancora del voto, poiché ha dato il via al dibattito sugli accordi libero scambio.

Cretegny, contatta dall'agenzia Keystone-ATS, ha sottolineato che si tratta del primo referendum contro un accordo di questo tipo. Nonostante il «sì», secondo l'oppositore la lotta è tutt'altro che finita. Ci saranno ora da affrontare i prossimi accordi di libero scambio già in discussione.

Non lontana la posizione del comitato per l'accordo

Non molto lontana la posizione del comitato per l'accordo. «Si è sempre soddisfatti quando si vince», ha sottolineato il consigliere nazionale ticinese Fabio Regazzi (Alleanza del Centro), ammettendo tuttavia che il risultato è particolarmente stretto, considerando che gran parte dello spettro politico e degli ambiti economici erano favorevoli.

In futuro bisognerà quindi «fare più attenzione e essere più sensibili» alle questioni ambientali e delle condizioni di lavoro. Non va però dimenticato che si tratta di accordi economici, e non è possibile «imporre tutto ciò che si vuole», ha precisato.

La consigliera nazionale Christine Badertscher (Verdi/BE) è rimasta dal canto suo positivamente impressionata dal «sì» di misura uscito dalle urne per l'accordo con l'Indonesia. Ora l'idea è fare pressione per un'applicazione sostenibile.

«L'alta quota di cittadini contrari deve essere presa in considerazione», ha detto all'agenzia Keystone-ATS. Il risultato risicato dimostra che bisogna investire nella sostenibilità. I Verdi cercheranno di imporre criteri più severi per l'importazione di olio di palma.

Un mercato emergente

Con 271 milioni di abitanti, l'Indonesia conosce una folgorante crescita e dovrebbe figurare fra le prime quattro economie mondiali nel 2050. L'accordo permette alle imprese svizzere di accedere senza ostacoli a un mercato in piena crescita.

Al contrario, le imprese indonesiane potranno esportare i prodotti industriali verso la Svizzera. L'accordo non comprende però i prodotti agricoli, che avranno solo uno sconto parziale sulle spese doganali.

Vista la reticenza di rami ambientalisti e agricoli, il Consiglio federale ha fatto delle concessioni, prevedendo contingenti per l'importazione facilitata di olio di palma. Inoltre, solo l'olio sostenibile potrà approfittare dell'accordo.

Il referendum era stato lanciato dal viticoltore biologico Willy Cretegny, assieme al sindacato Uniterre, ai Giovani socialisti e a Sciopero per il clima, con diverse altre associazioni.