Le finanze pubbliche svizzere dovrebbero resistere meglio alla crisi del coronavirus rispetto a quelle della maggior parte degli altri Paesi industrializzati. Grazie alle eccedenze degli scorsi due anni la situazione rimane infatti solida.
Lo scrive oggi l'Amministrazione federale delle finanze (AFF), che pubblica i risultati definitivi per l'anno 2018 nonché stime e previsioni per i tre successivi concernenti la situazione finanziaria di Confederazione, Cantoni, Comuni e assicurazioni sociali.
Dal 2014 le finanze delle amministrazioni pubbliche presentano eccedenze. Nel 2018 hanno realizzato il miglior risultato dal 2008, con una eccedenza dell'1,3% del prodotto interno lordo (PIL). La più elevata è stata registrata dalla Confederazione (0,7 %), ma dopo nove anni di deficit anche i risultati dei Comuni sono di nuovo in pareggio, sottolinea la AFF. E per il 2019 l'eccedenza dovrebbe essere ancora considerevole (1,4%): con la quota di Confederazione e Cantoni rispettivamente dello 0,8 e 0,5% del PIL, i Comuni in pareggio e le assicurazioni sociali positive (0,1%).
In seguito alla pandemia di Sars-CoV-2, anche le finanze pubbliche svizzere dovranno però affrontare la peggiore crisi economica degli ultimi decenni. La pandemia di Covid-19 comporterà fra l'altro una forte contrazione delle entrate fiscali a tutti i livelli dello Stato e una crescita della disoccupazione, con un forte aumento delle spese delle assicurazioni i sociali (+16 miliardi di franchi). Nel 2020 si prevede quindi per gli enti pubblici un deficit molto consistente (24,6 miliardi di franchi), ossia del 3,7% del PIL. L'onere delle misure straordinarie adottate dalla Confederazione dovrebbe essere di 17,8 miliardi e la sua quota del deficit del 3,1% del PIL. Complessivamente per tutte le amministrazioni pubbliche il tasso d'indebitamento secondo i criteri di Maastricht dovrebbe raggiungere il 29,1% (+3,3 punti).
Nel 2021 le amministrazioni pubbliche dovrebbero chiudere il proprio conto di finanziamento con una quota del deficit pari al -1,2% del PIL. L'evoluzione dell'economia dovrebbe permettere alle entrate fiscali di crescere nuovamente. Inoltre, dato che la maggior parte delle misure straordinarie legate alla crisi non dovrebbe più essere applicata nel 2021, è previsto un netto calo delle uscite delle amministrazioni pubbliche (-11 mia. frs) in generale. Quelle del settore parziale delle assicurazioni sociali dovrebbero tuttavia essere di 8 miliardi superiori rispetto al livello pre-crisi a causa del previsto aumento del tasso di disoccupazione anche nel 2021. Il tasso d'indebitamento secondo i criteri di Maastricht dovrebbe ammontare al 28,7%.
Il nuovo aumento di casi di coronavirus in Svizzera e presso i suoi maggiori partner commerciali costituisce il principale rischio negativo a breve termine, nota la AFF. È inoltre incerto l'importo delle entrate dell'imposta preventiva. Per contro – aggiunge – alcuni indicatori suggeriscono che la ripresa economica potrebbe essere più rapida del previsto, con un effetto positivo sull'evoluzione delle finanze pubbliche.
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