Materiale bellicoArmasuisse: «Bisogna acquistare armamenti in coordinazione con i Paesi europei»
falu, ats
7.3.2024 - 09:28
Stimando la situazione internazionale attuale simile a quella della guerra fredda, il capo di armasuisse lancia un appello per rafforzare l'armamento in Svizzera. Auspica un coordinamento con i Paesi europei per l'acquisto di materiale bellico.
Keystone-SDA, falu, ats
07.03.2024, 09:28
07.03.2024, 09:38
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«Abbiamo in generale bisogno di molto meno materiale rispetto ad altri Paesi. C'è quindi posto per noi» per fare degli ordini in comune, ha detto Urs Loher in un'intervista pubblicata oggi dalle testate in lingua tedesca del gruppo Tamedia.
Ma la Svizzera deve anche prendere delle precauzioni, ha aggiunto: «Nei progetti d'armamento che stiamo realizzando, vogliamo fare in modo di poter costruire noi stessi delle componenti in Svizzera, nella misura del possibile». Questo darebbe alla Confederazione delle garanzie.
Il direttore dell'Ufficio federale dell'armamento cita come esempio una componente importante per la sicurezza dell'aereo da combattimento statunitense F/A-18 e prodotto in Svizzera.
«Il fabbricante McDonnell Douglas, rispettivamente Boeing, ha acquistato in Svizzera una componente per tutti gli apparecchi di quel tipo. Ciò ha creato una dipendenza reciproca. Aspiriamo a un tale sistema per il futuro degli armamenti».
Svizzera percepita come poco affidabile
Secondo Loher, l'industria svizzera dell'armamento dipende dalle esportazioni, a causa del piccolo mercato interno. «Il problema è che il nostro Paese è sempre più percepito come poco affidabile quando si tratta di esportazioni d'armi». Il capo di armasuisse constata una crescente reticenza all'estero per quel che riguarda dli acquisti di materiale elvetico.
Un altro appello che lancia il responsabile è che tutti remino nella stessa direzione. «Ho l'impressione che la Svizzera viva in una bolla di illusioni», ha affermato, puntando il dito contro il fatto che la «necessità di investire maggiormente nella difesa non fa l'unanimità».
Loher vede del potenziale in diversi settori: «La Svizzera non è solo ben piazzata nel settore dei droni, ma anche in quello della robotica e dei sistemi senza pilota, così come nell'intelligenza artificiale e nella tecnologia quantica». «Sono rami importanti della ricerca sul piano militare e dobbiamo assolutamente continuate a padroneggiarli».
La Cina ha recentemente fatto fluire fondi importanti a un istituto di ricerca nel campo dei droni dell'Università di Zurigo. «Dobbiamo stare attenti a non svendere le nostre conoscenze» a Pechino, ha affermato.