Scoperte scientifiche Assorbente vigila su parti prematuri

ATS

4.10.2019 - 15:31

L'Ospedale universitario (CHUV) e il Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno sviluppato un assorbente intelligente al fine di evitare ricoveri in ospedale di donne incinte
L'Ospedale universitario (CHUV) e il Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno sviluppato un assorbente intelligente al fine di evitare ricoveri in ospedale di donne incinte
Source: SDA

Ricercatori dell'Ospedale universitario (CHUV) e del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno sviluppato un assorbente «intelligente» destinato a sorvegliare i rischi di parti prematuri. Obiettivo: evitare inutili ricoveri in ospedale.

«Circa il 10% delle donne incinte partorisce prematuramente», ha spiegato David Baud, capo del servizio ostetricia presso lo CHUV. «In caso di sospetto parto prematuro, la soluzione finora era di dover ospedalizzare le donne per lunghi periodi al fine di sorvegliarle», ha aggiunto lo specialista, citato oggi in comunicato dell'Ospedale universitario vodese.

In occasione di un incontro con collaboratori del Laboratorio d'elettronica per le scienze della vita dell'EPFL, specializzato nella creazione di mini-sistemi di biosensori, il dottor Baud ha parlato di questa problematica e del suo auspicio di sviluppare una soluzione che non implichi un lungo ricovero superfluo in ospedale per sorvegliare tali donne.

Hanno allora immaginato insieme la creazione di un nuovo prodotto: un assorbente igienico capace di confermare una sospetta rottura del sacco amniotico e predire un rischio di parto prematuro nei quindici giorni che seguono l'uso dell'assorbente.

Analisi delle secrezioni

Un micro-sistema è stato sviluppato al fine di essere introdotto nell'assorbente. Per conoscere i rischi di un parto prematuro, la donna dovrebbe portarlo una volta alla settimana durante un breve periodo.

Esso raccoglie le secrezioni vaginali che sono in seguito analizzate dal micro-sistema. Una volta tolto l'assorbente, i dati vengono trasmessi tramite un'applicazione agli smartphone della paziente e del suo ginecologo.

L'affidabilità del test è molto buona, ha assicurato il dottor Baud: «Tale test esiste già ed è praticato negli ospedali. Necessita tuttavia un esame da parte di un medico e un'eventuale ricovero».

Una richiesta di brevetto è stata appena depositata a nome dello CHUV e dell'EPFL per questo prodotto, di recente ricompensato nel quadro del programma Venture Kick. I ricercatori ultimeranno il prototipo, poi lo testeranno nell'ambito di uno studio. Parallelamente verrà creata una start-up.

https://reatest.ch/

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