Covid in SvizzeraMaggior sostegno all'economia: 10 miliardi per i casi di rigore
ns, ats
17.2.2021 - 15:03
Il Consiglio federale intende aumentare i crediti federali per sostenere l'economia di fronte alla crisi del Covid-19. In messaggi al parlamento licenziati oggi, chiede nuovi fondi per complessivi 14,3 miliardi di franchi.
Le somme per le imprese in gravi difficoltà, i cosiddetti casi di rigore, passano da 2,5 miliardi di franchi a 10 miliardi.
Secondo l'attuale formulazione della Legge federale sulle basi legali delle ordinanze del Consiglio federale volte a far fronte all'epidemia di COVID-19 (Legge COVID-19), per i provvedimenti destinati ai casi di rigore adottati da Confederazione e Cantoni a favore delle imprese è previsto un importo complessivo di 2,5 miliardi. La quota della Confederazione pari a 1,932 miliardi è già iscritta nel preventivo 2021.
Con il messaggio concernente una modifica della legge, trasmesso oggi al parlamento, l'esecutivo chiede di aumentare i fondi per i provvedimenti per i casi di rigore a complessivamente 10 miliardi. La quota della Confederazione dovrebbe raggiungere gli 8,2 miliardi. Di conseguenza occorre un credito aggiuntivo di 6,3 miliardi, ha spiegato il capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF) Ueli Maurer nel corso della conferenza stampa governativa.
La suddivisione del credito
Dei 10 miliardi, 6 miliardi sono previsti per le piccole e medie imprese (PMI) con un fatturato fino a 5 milioni di franchi. I costi saranno assunti per il 70% dalla Confederazione (4,2 miliardi) e per il 30% dai Cantoni (1,8 miliardi).
Maurer è consapevole del fatto che questa suddivisione dei costi comporterà un rallentamento nell'elargizione degli aiuti, ma l'esame dettagliato da parte dei Cantoni è una garanzia di una "scrupolosa utilizzazione del denaro dei contribuenti".
Altri 3 miliardi saranno destinati alle imprese più grandi, generalmente attive in varie regioni della Svizzera, che realizzano vendite superiori a 5 milioni di franchi. Questi soldi proverranno interamente dalla Confederazione. "In questo modo per queste aziende sarà garantito uno standard identico per tutto il territorio nazionale", ha fatto valere Maurer.
Infine l'attuale riserva del Consiglio federale a favore dei Cantoni particolarmente colpiti sarà aumentata di 250 milioni a 1 miliardo di franchi. L'esecutivo deciderà in un secondo tempo la chiave di ripartizione di questa riserva.
Lavoro ridotto: costi 2021 a carico della Confederazione
Per il Consiglio federale, la Confederazione dovrebbe inoltre assumere per l'intero 2021 i costi per le indennità per lavoro ridotto. L'esecutivo chiede dunque al parlamento di avallare un contributo all'assicurazione contro la disoccupazione (AD) di 6 miliardi. Senza l'intervento di Berna, ci sarebbe il rischio di vedere crescere le deduzioni salariali per l'AD, ha spiegato il capo del DFF.
Sempre in merito al lavoro ridotto, oggi il Consiglio federale ha anche deciso di abrogare temporaneamente il termine di preannuncio e prorogare da tre a sei mesi la durata di validità delle autorizzazioni del lavoro ridotto. Al governo sarà poi delegata la competenza di prolungare la durata massima di riscossione delle indennità per lavoro ridotto dagli attuali 18 a un massimo di 24 mesi nel corso di due anni.
Test e indennità per perdita guadagno
Il saldo per raggiungere i 14,3 miliardi di franchi concerne in particolare le spese per i test del coronavirus eseguiti ambulatorialmente (989,8 milioni di franchi) e quelle per l'indennità di perdita di guadagno per il Covid-19 (940 milioni).
A questo scopo per il 2021 erano stati stanziati 2,2 miliardi, rivelatisi insufficienti dopo che il parlamento in dicembre ha allentato le condizioni che permettono di beneficiarne. In particolare le Camere hanno ridotto, per le persone indirettamente interessate, i requisiti che danno diritto al sostegno (calo del fatturato del 40% anziché del 55%).
Il governo chiede altri crediti aggiuntivi meno consistenti: si tratta tra l'altro di 20 milioni necessari per indennizzare a posteriori le istituzioni per la custodia di bambini gestite da Cantoni e Comuni al fine di compensare i contributi non più versati dai genitori a causa del semiconfinamento disposto nel primo trimestre del 2020.
Ordinanze in vigore il 5 marzo
La maggior parte dei crediti viene chiesta come fabbisogno finanziario eccezionale: il loro stanziamento da parte del parlamento richiede quindi la maggioranza qualificata, ossia la maggioranza dei membri di ciascuna Camera.
A livello di ordinanza rimangono dettagli da precisare, discussi anche con le competenti commissioni parlamentari e i Cantoni. La loro entrata in vigore è prevista per il 5 marzo, ha detto Maurer.
Per quanto concerne i crediti Covid-19 del 2020, il Consiglio federale ha deciso di non adeguare i tassi d'interesse alla fine di marzo 2021 per i prossimi dodici mesi dal momento che non ci sono nuovi sviluppi di mercato. "Rimarranno dunque a 0", ha detto Maurer.