Schianto del Ju-52«Ci rammarichiamo (...) di una simile violazione della fiducia»
Di Jennifer Furer
3.9.2020
Gli aerei della Ju-Air
L’aviazione svizzera aveva fatto l’acquisizione dello Ju-52 A-702, alias HB-HOT, nel 1939. Dopo la guerra, Swissair ha utilizzato l’apparecchio fino al 1982, anno in cui quest’ultimo è stato ripreso da JU-Air. In questa foto d'archivio, si può vedere l’apparecchio che sorvola Zurigo nel 2012.
Immagine: WikiCommons/Roland zh
L'A-702, noto anche come HB-HOT, era relativamente noto. In particolare, il Ju-52 è stato visto come aereo nazista nel film «Operazione Valchiria», che racconta la storia del colonnello tedesco Claus von Stauffenberg, e nel film «Dove osano le aquile». In questo thriller di spionaggio del 1968, sfoggiava l’equipaggiamento mimetico invernale delle forze aeree svizzere, come in questa foto d'archivio del 1984.
Immagine: WikiCommons/Roland zh
Una foto del luogo dove si è schiantato lo storico Ju-52, sopra Flims (Canton Grigioni).
Immagine: Keystone
Fino ad ora, JU-Air ha utilizzato tre velivoli di tipo Ju-52.
Immagine: Keystone
Anche se la causa dell’incidente non è ancora stata determinata, l’analisi del luogo dell’incidente ha permesso di trarre qualche conclusione: «Il velivolo si è schiantato al suolo in verticale a una velocità relativamente elevata», ha dichiarato Daniel Knecht del Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI).
Immagine: Keystone
Fondamentalmente, l’età di un aereo non influisce per nulla sulla sua sicurezza, ha aggiunto Daniel Knecht riguardo l’incidente dell’aereo Ju-52 a Flims (GR).
Immagine: Keystone
Kurt Waldmeier, il capo della compagnia aerea JU-Air, ha assicurato che i due piloti che si trovavano a bordo del velivolo al momento dei fatti erano particolarmente esperti.
Immagine: Keystone
In seguito all’incidente, la compagnia aerea JU-Air ha interrotto le sue attività fino a nuovo ordine.
Immagine: Keystone
In tutto, 20 persone hanno perso la vita nell’incidente di sabato: 17 passeggeri e tre membri dell’equipaggio.
Immagine: Keystone
L’organizzazione responsabile della compagnia JU-Air non è altri che l'Associazione degli amici delle Forze Aeree Svizzere. Negli anni 80, quest’ultima ha rilevato i tre apparecchi mandati in pensione dall’aviazione svizzera.
Immagine: Keystone
I velivoli di JU-Air sono utilizzati soprattutto per sorvolare le Alpi.
Immagine: Keystone
È stato un aereo di questo modello a schiantarsi nel Canton Grigioni. L'apparecchio può accogliere fino a 20 persone (archivio).
Immagine: Keystone
Lo Junkers Ju-52 costruito nel 1939 apparteneva all’azienda JU-Air, specializzata nell’organizzazione di itinerari in aereo.
Immagine: Keystone
In un primo tempo, le autorità hanno preferito non dare alcuna indicazione rispetto alle possibili cause dell’incidente.
Immagine: Keystone
Gli aerei della Ju-Air
L’aviazione svizzera aveva fatto l’acquisizione dello Ju-52 A-702, alias HB-HOT, nel 1939. Dopo la guerra, Swissair ha utilizzato l’apparecchio fino al 1982, anno in cui quest’ultimo è stato ripreso da JU-Air. In questa foto d'archivio, si può vedere l’apparecchio che sorvola Zurigo nel 2012.
Immagine: WikiCommons/Roland zh
L'A-702, noto anche come HB-HOT, era relativamente noto. In particolare, il Ju-52 è stato visto come aereo nazista nel film «Operazione Valchiria», che racconta la storia del colonnello tedesco Claus von Stauffenberg, e nel film «Dove osano le aquile». In questo thriller di spionaggio del 1968, sfoggiava l’equipaggiamento mimetico invernale delle forze aeree svizzere, come in questa foto d'archivio del 1984.
Immagine: WikiCommons/Roland zh
Una foto del luogo dove si è schiantato lo storico Ju-52, sopra Flims (Canton Grigioni).
Immagine: Keystone
Fino ad ora, JU-Air ha utilizzato tre velivoli di tipo Ju-52.
Immagine: Keystone
Anche se la causa dell’incidente non è ancora stata determinata, l’analisi del luogo dell’incidente ha permesso di trarre qualche conclusione: «Il velivolo si è schiantato al suolo in verticale a una velocità relativamente elevata», ha dichiarato Daniel Knecht del Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI).
Immagine: Keystone
Fondamentalmente, l’età di un aereo non influisce per nulla sulla sua sicurezza, ha aggiunto Daniel Knecht riguardo l’incidente dell’aereo Ju-52 a Flims (GR).
Immagine: Keystone
Kurt Waldmeier, il capo della compagnia aerea JU-Air, ha assicurato che i due piloti che si trovavano a bordo del velivolo al momento dei fatti erano particolarmente esperti.
Immagine: Keystone
In seguito all’incidente, la compagnia aerea JU-Air ha interrotto le sue attività fino a nuovo ordine.
Immagine: Keystone
In tutto, 20 persone hanno perso la vita nell’incidente di sabato: 17 passeggeri e tre membri dell’equipaggio.
Immagine: Keystone
L’organizzazione responsabile della compagnia JU-Air non è altri che l'Associazione degli amici delle Forze Aeree Svizzere. Negli anni 80, quest’ultima ha rilevato i tre apparecchi mandati in pensione dall’aviazione svizzera.
Immagine: Keystone
I velivoli di JU-Air sono utilizzati soprattutto per sorvolare le Alpi.
Immagine: Keystone
È stato un aereo di questo modello a schiantarsi nel Canton Grigioni. L'apparecchio può accogliere fino a 20 persone (archivio).
Immagine: Keystone
Lo Junkers Ju-52 costruito nel 1939 apparteneva all’azienda JU-Air, specializzata nell’organizzazione di itinerari in aereo.
Immagine: Keystone
In un primo tempo, le autorità hanno preferito non dare alcuna indicazione rispetto alle possibili cause dell’incidente.
Immagine: Keystone
La bozza del rapporto finale redatto dal Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI) sull'incidente del Ju-52 è già stata divulgata, cosa di cui la compagnia JU-AIR e l'Ufficio federale dell'aviazione civile si rammaricano, tuttavia l'autorità non intende intraprendere alcuna azione.
Un errore del pilota sarebbe la causa dello schianto del Ju-52 HB-HOT, avvenuto a Flims (Canton Grigioni) il 4 agosto 2018. È questa la conclusione cui è giunto il Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI) nella bozza del suo rapporto finale. Secondo quest’ultima, citata dal «SonntagsZeitung» (contenuto a pagamento), i piloti non hanno rispettato la quota minima di volo durante «manovre ad alto rischio».
I piloti si credevano «invulnerabili», prosegue il SISI, che indica come principale responsabile della sciagura colui che era ai comandi dell'aereo quel giorno.
Il rapporto descrive un uomo con scarsa autocritica, estroverso, gentile ma sicuro di sé. Benché il SISI ne sottolinei la grande esperienza, l'uomo si era già trovato, durante la sua carriera, in una situazione rischiosa potenzialmente fatale, quando era stato coinvolto come pilota in una collisione tra un aereo da combattimento Tiger e un Mirage a Moutier (Canton Berna).
Inoltre, secondo il SISI, il pilota e il suo collega, in diverse occasioni, non avevano rispettato la quota minima prescritta – anche durante voli di controllo. Questo solleva delle domande. Infatti, l'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC), in quanto organo di controllo, ha palesemente lasciato agire i piloti a loro piacimento. L'autorità aeronautica olandese indaga adesso sul ruolo dell'UFAC.
Tuttavia, si pongono delle domande anche sulla pubblicazione della bozza del rapporto finale, già avvenuta, e infatti adesso oggetto di consultazione. Ciò significa che le parti coinvolte hanno tempo per una presa di posizione in merito all'inchiesta del SISI. Il rapporto finale non dovrebbe essere pubblicato ufficialmente prima della fine di ottobre o l'inizio di novembre.
E tuttavia il «Sonntags Zeitung» ne ha già rese note le conclusioni. Come è potuto succedere?
30 parti coinvolte hanno ricevuto il rapporto
Il SISI precisa che, in conformità con le disposizioni di legge, il rapporto è stato consegnato a tutte le persone e le organizzazioni interessate dall'inchiesta o coinvolte in essa. «Questo significa che i rappresentanti delle autorità investigative di sicurezza degli altri Stati che ci hanno sostenuti, le imprese coinvolte, le autorità di vigilanza e i laboratori esterni ricevono questa bozza», precisa a «Bluewin» Daniel Knecht, responsabile della sezione Aviazione del SISI, il quale aggiunge che la bozza viene inviata anche ai parenti delle vittime – cioè ai familiari dei membri dell'equipaggio e dei passeggeri. «In totale più di 30 parti coinvolte hanno ricevuto questa bozza», spiega Daniel Knecht.
Secondo Daniel Knecht, è impossibile impedire a qualcuno, che ha ricevuto la bozza del rapporto per esprimere una presa di posizione, di condividerla con i professionisti dell'informazione, cosa che può comportarne la pubblicazione anticipata, come è infatti avvenuto.
Daniel Knecht non comprende come si possa ipotizzare che il SISI abbia interesse a una pubblicazione anticipata del rapporto. «In realtà è il contrario: la nostra preoccupazione principale è di portare a termine un'indagine di sicurezza con cura e tenendo conto di tutti gli aspetti.»
Questo comprende una valutazione corretta delle dichiarazioni rilasciate dalle parti coinvolte e la formulazione del rapporto definitivo, aggiunge Knecht.
IL SISI nega un'inchiesta interna
La divulgazione anticipata della bozza aumenta il carico di lavoro del SISI, spiega Daniel Knecht, il quale afferma con amarezza: «Ci rammarichiamo che, nell'ambito di questa vicenda, una persona che ha ricevuto la bozza per una dichiarazione sia stata tentata di violare così la fiducia».
«Tutti i nostri dipendenti sono tenuti al segreto professionale, noi li formiamo sul trattamento delle informazioni riservate e stiamo attenti a rispettare rigorosamente le disposizioni vigenti», prosegue.
Secondo Daniel Knecht, l'esperienza dimostra che queste misure di prevenzione funzionano. «Noi svolgiamo diverse decine di inchieste all'anno e nel corso degli ultimi anni non è avvenuta nessuna fuga di notizie».
Il SISI non vede alcuna ragione per aprire un'inchiesta interna «visto che la violazione della fiducia è certamente avvenuta al di fuori della [sua] organizzazione», sostiene Knecht.
Anche l'UFAC deplora la pubblicazione della bozza del rapporto, come afferma il portavoce Urs Holdenegger. «Siamo ancora al centro di una procedura che si concluderà solo con la pubblicazione del rapporto finale ufficiale», spiega e aggiunge che solo a quel punto le parti interessate potranno pronunciarsi sul contenuto dello stesso.
Analogamente, il portavoce di JU-AIR, Christian Gartmann, non sa perché il documento sia già stato reso pubblico e fa delle ipotesi: «La bozza riservata è stata inviata a un gruppo allargato di parti coinvolte. È sempre possibile che una o più persone si esprimano riguardo a un documento riservato».
Una procedura «dolorosa» per i parenti delle vittime
Come l'UFAC, JU-AIR esprime rammarico per la pubblicazione della bozza, che non contiene ancora le sue dichiarazioni. «Il fatto che la bozza sia già stata commentata pubblicamente non è certo propizio a un'inchiesta indipendente. Avremmo apprezzato che tutte le parti interessate attendessero il rapporto finale», sottolinea Christian Gartmann.
L'attenzione mediatica sulla bozza del rapporto del SISI pesa molto sui due piloti, precisa Christian Gartmann. «Per le loro famiglie e i loro amici le conseguenze sono pesanti. Siamo solidali con loro, poiché gli eventi tragici del 2018 li toccano in modo estremamente doloroso».
Tuttavia, JU-AIR sostiene di non poter intervenire. «Non abbiamo rilasciato dichiarazioni sul contenuto del rapporto. Terremo questa linea di condotta fino alla sua pubblicazione e non risponderemo alle domande che non sono attinenti al suo contenuto». In fin dei conti, il documento pubblicato è solo una bozza, sottolinea la compagnia.