SvizzeraDebito legato al Covid da ridurre in fretta
fc, ats
8.6.2022 - 18:20
Il debito causato dalla pandemia deve essere ridotto più rapidamente di quanto auspicato dal governo: entro fine 2031 e non 2035. Lo ha deciso il Nazionale approvando, con 133 voti contro 51, la modifica della legge federale sulle finanze della Confederazione.
fc, ats
08.06.2022, 18:20
08.06.2022, 18:24
SDA
Delle consistenti spese straordinarie sono state approvate allo scopo di arginare la crisi causata dal Covid-19. Esse hanno provocato un indebitamento supplementare: dai 20,3 miliardi del 2020, si dovrebbe passare a una somma fra 25 e 30 miliardi a fine 2022.
Secondo il diritto in vigore, queste uscite devono essere compensate sull'arco di sei anni per non causare un aumento permanente del debito pubblico. Ciò equivarrebbe a usare quattro miliardi di franchi ogni anno dal bilancio ordinario. «Impossibile senza drastici tagli al budget», ha affermato al riguardo il consigliere federale Ueli Maurer.
Dato che la riduzione dell'indebitamento supplementare in sei anni potrebbe essere realizzato soltanto con aumenti delle imposte o programmi di risparmio, ipotesi non prese in considerazione, il Consiglio federale ha proposto di prorogare il termine fino al 2035. La proposta dell'esecutivo, ha illustrato il ministro delle finanze Ueli Maurer, è impiegare le eccedenze strutturali del bilancio della Confederazione (circa 1 miliardo di franchi all'anno) e la quota della distribuzione supplementare della Banca nazionale svizzera (circa 1,3 mia.).
La Commissione delle finanze – ha spiegato il suo relatore Alex Farinelli (PLR/TI) – ha ritenuto il lasso di tempo proposto dal Governo eccessivo. Un'opinione condivisa oggi dal plenum, che ha fissato la scadenza a fine 2031.
Il Nazionale ha anche modificato il meccanismo di riduzione dell'indebitamento: metà del debito va compensata ricorrendo al conto di compensazione, che esibiva a fine 2021 un'eccedenza di 23,5 miliardi di franchi. L'altra metà verrebbe compensata con le eccedenze strutturali e i proventi supplementari della BNS.
Per 133 voti contro 51, il Nazionale ha invece respinto la proposta dell'UDC di contabilizzare come entrata straordinaria l'intera distribuzione dell'utile della Banca nazionale svizzera. Tale misura avrebbe permesso di disporre di maggiori mezzi per tagliare il debito, ma avrebbe comportato una riduzione del futuro budget ordinario di un importo pari a circa 667 milioni all'anno.
Abbiamo una responsabilità nei confronti delle future generazioni, ha affermato Lars Guggisberg (UDC/BE) sostenendo che tale somma sono noccioline se considerato l'insieme del bilancio della Confederazione. La maggioranza è però stata di parere diverso: «la misura causerebbe misure d'austerità», ha sostenuto Alois Gmür (Centro/SZ).
Respinta (106 voti a 78) pure la proposta , avanzata da sinistra e Verdi liberali, che suggeriva di colmare il disavanzo con l'intero saldo positivo del conto di compensazione. Berna ha risparmiato molto negli ultimi dieci o vent'anni ed è dunque giustificato approfittare delle eccedenze in periodi di crisi, ha sostenuto invano Gerhard Andrey (Verdi/FR). Estinguendo il fondo avremmo le mani legate in caso di altre crisi, ha replicato con successo Alois Gmür.
«No» (104 voti a 80) infine alla richiesta di Barbara Gysi (PS/SG) che chiedeva di fissare la scadenza per il rimborso del debito al 2035, come chiesto dal Consiglio federale. «È necessario disporre di un certo margine di manovra per scongiurare eventuali piani di risparmio», ha sostenuto la sangallese, che ha ricordato come il debito della Svizzera sia assai basso nel confronto internazionale. Per la maggioranza due legislature – fino al 2031 dunque – sono un periodo più che sufficiente. «Non vogliamo che il debito ricada sulle spalle dei nostri figlie nipoti», ha detto Peter Schilliger (PLR/LU).