Tra 2025 e 2028 Da Berna 11,45 miliardi per la cooperazione internazionale 

kigo, ats

20.6.2023 - 18:00

La Confederazione intende attenersi agli obiettivi di cooperazione internazionale e per l'attuazione della strategia nei prossimi anni prevede di stanziare quasi 11,5 miliardi di franchi. Una quota rilevante dei fondi verrebbe destinata all'Ucraina.

Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis in una foto d'archivio dell'8 giugno.
Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis in una foto d'archivio dell'8 giugno.
KEYSTONE/Anthony Anex

Keystone-SDA, kigo, ats

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  • La Confederazione intende attenersi agli obiettivi di cooperazione internazionale e per l'attuazione della strategia nei prossimi anni prevede di stanziare quasi 11,5 miliardi di franchi. 
  • Per il sostegno all'Ucraina sono previsti 1,5 miliardi.
  • Anche la lotta al cambiamento climatico occupa un posto importante, con un budget di 1,6 miliardi.

Il budget totale comprende cinque crediti d'impegno. Quasi il 59% è destinato alla cooperazione allo sviluppo, il 25% all'aiuto umanitario, il 14% alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO) e quasi il 2,5% alla pace e alla sicurezza umana, hanno dichiarato oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Dipartimento federale dell'economia (DEFR) avviando la procedura di consultazione sulla nuova Strategia di cooperazione internazionale.

Gli stanziamenti per l'aiuto umanitario sono aumentati di 0,2 miliardi rispetto alla Strategia 2021-2024 a causa dei crescenti bisogni e della maggiore durata delle operazioni nelle regioni di crisi. Le sfide permangono anche in altri settori: la salute, ma anche la migrazione e le nuove tecnologie. Pure la crisi energetica, l'insicurezza alimentare e l'inflazione rappresentano un problema.

1,5 miliardi per l'Ucraina

Per il sostegno all'Ucraina sono previsti 1,5 miliardi. La guerra ha comportato la necessità di adattare i progetti. Le azioni condotte nell'ambito umanitario e della cooperazione allo sviluppo proseguiranno, con un budget di circa 850 milioni. Il tasso di povertà era stimato al 25% alla fine del 2022, rispetto al 5,5% del 2021, rilevano il DFAE e il DEFR.

Circa 650 milioni saranno destinati alla ricostruzione, il cui costo è stato valutato a marzo a 411 miliardi di dollari. Le infrastrutture socio-economiche devono essere ripristinate e modernizzate per garantire una ricostruzione duratura del paese.

In altre parole, ciò significa che in altre regioni del mondo – soprattutto nel Sud – non si dovranno spendere più soldi di quelli attuali. «I bisogni nel Sud del mondo sono aumentati. Però non abbiamo a disposizione più fondi», ha dichiarato ai media a Berna Patricia Danzi, responsabile della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC).

Protezione del clima

Anche la lotta al cambiamento climatico occupa un posto importante, con un budget di 1,6 miliardi. L'obiettivo è garantire uno sviluppo rispettoso dell'ambiente e resiliente ai cambiamenti climatici e alle catastrofi naturali.

Oltre a questi due pilastri, la cooperazione internazionale mira a garantire l'accesso a servizi di base di qualità per le popolazioni più svantaggiate. Secondo il DFAE e il DEFR, il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà è aumentato per la prima volta in 30 anni. Oggi, circa 400 milioni di persone hanno bisogno di aiuti, un numero significativamente maggiore rispetto al 2019, quando è stata definita la strategia 2021-2024.

Berna vuole anche contribuire a una crescita economica sostenibile sviluppando il tessuto economico locale e il settore privato. Intende inoltre continuare a lavorare per promuovere la pace, la democrazia e lo Stato di diritto. Anche l'uguaglianza di genere, il buon governo e il rispetto dei diritti umani sono all'ordine del giorno.

Compiti agli attori locali

La cooperazione internazionale mira a sostenere lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, ambientale e sociale, sottolineano i due dipartimenti. La Confederazione intende affidare, ove possibile, la gestione dei compiti agli attori locali, ricercando sinergie e apportando le proprie competenze, in particolare nei settori del federalismo, della formazione professionale e dell'innovazione tecnologica.

La strategia prevede di mantenere le stesse quattro regioni prioritarie: Africa subsahariana; Nord Africa e Medio Oriente; Asia ed Europa orientale. Si concentra su 47 Paesi prioritari, sette dei quali sono condivisi dalla SECO e dalla DSC. Agli attuali 35 Paesi prioritari si aggiungono sei paesi in crisi prolungata. Il Marocco è diventato ora una priorità per la DSC, che prevede invece di ritirarsi dalla Colombia gradualmente entro il 2028.

Il periodo di consultazione dura fino al 20 settembre. Il Consiglio federale dovrà adottare la strategia nella primavera del 2024, dopodiché sarà sottoposta al Parlamento. L'entrata in vigore è prevista il primo gennaio del 2025.

La consultazione sul testo della Strategia era stata indetta per la prima volta quattro anni fa dai consiglieri federali Ignazio Cassis e Guy Parmelin per favorire un ampio dibattito sugli obiettivi della cooperazione internazionale.