Svizzera L'Amministrazione federale delle finanze: «Confederazione in rosso fino almeno al 2028»

miho, ats

24.9.2024 - 15:29

Nel 2028 la Confederazione potrebbe registrare un deficit di circa 2,3 miliardi di franchi. Per farvi fronte, la settimana scorsa il Consiglio federale ha annunciato un piano di risparmi.
Nel 2028 la Confederazione potrebbe registrare un deficit di circa 2,3 miliardi di franchi. Per farvi fronte, la settimana scorsa il Consiglio federale ha annunciato un piano di risparmi.
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In base alle nuove previsioni dell'Amministrazione federale delle finanze (AFF), tra il 2025 e il 2028 la Confederazione e i Comuni sarebbero confrontati con un deficit strutturale, mentre i Cantoni e le assicurazioni sociali dovrebbero registrare eccedenze.

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Questa evoluzione è però caratterizzata da un forte grado di incertezza, sottolinea l'AFF in un comunicato diramato oggi. Le misure di risparmio della Confederazione, ad esempio, non sono ancora prese in considerazione nelle previsioni.

In base alle cifre attualmente disponibili, nel 2023 le eccedenze di finanziamento per l'insieme delle amministrazioni pubbliche dovrebbero ammontare a 4,6 miliardi di franchi, 2,7 miliardi in meno rispetto all'anno prima. La contrazione è dovuta principalmente alla mancata distribuzione dell'utile della Banca nazionale svizzera (BNS) a Confederazione e Cantoni nonché all'aumento più marcato delle uscite a livello cantonale. Il debito netto dovrebbe diminuire a 118,5 miliardi.

Quest'anno le eccedenze di Confederazione, Cantoni, Comuni e assicurazioni sociali dovrebbero crescere complessivamente di 1,1 miliardi a 5,8 miliardi di franchi. La crescita è da attribuire in particolare alle assicurazioni sociali, che traggono beneficio dalla stabilità della situazione economica.

La Confederazione dovrebbe registrare un deficit di finanziamento superiore a 1 miliardo nonostante il differimento al 2025 dell'apporto di capitale alle FFS. All'incremento delle uscite contribuiscono soprattutto la previdenza sociale (riforma AVS 21 ed evoluzione demografica) e le uscite per l'esercito. Per i Cantoni e i Comuni si prevede un bilancio in pareggio. Il debito netto dell'insieme delle amministrazioni pubbliche dovrebbe rimanere stabile a 118,1 miliardi.

L'anno prossimo, secondo le ipotesi su cui si basano le previsioni, per la Confederazione e i Cantoni è attesa una distribuzione ordinaria dell'utile della BNS. Ciononostante, nel 2025 la Confederazione potrebbe registrare un deficit di finanziamento pari a 700 milioni dovuto sostanzialmente a uscite che, in parte, sono state iscritte a preventivo a titolo straordinario in relazione all'Ucraina (complessivamente circa 1,3 miliardi).

Per i Cantoni e le assicurazioni sociali si prevedono invece eccedenze, complice – per quanto riguarda queste ultime – la situazione favorevole sul mercato occupazionale. Nel 2025 le eccedenze di finanziamento dell'insieme delle amministrazioni pubbliche ammonteranno probabilmente a 5 miliardi, mentre il debito netto scenderà a 117,3 miliardi di franchi.

Per quanto riguarda gli anni seguenti, basandosi sull'ipotesi di una distribuzione ordinaria dell'utile della BNS pari a 2 miliardi all'anno, sono attese eccedenze complessive di 2,6 miliardi (2026), 1,7 miliardi (2027) e 2,4 miliardi (2028). Il debito netto potrebbe scendere a 115,4 miliardi fra quattro anni.

Nel 2028 la sola Confederazione potrebbe registrare un deficit di circa 2,3 miliardi, causato principalmente dall'aumento delle uscite per l'AVS e per l'esercito. Per farvi fronte, il Consiglio federale – come annunciato la settimana scorsa – sta tuttavia elaborando misure di risparmio dell'ordine di diversi miliardi di franchi. Queste non sono ancora considerate nelle previsioni.

Le assicurazioni sociali potrebbero generare eccedenze comprese tra 3,7 e 4,1 miliardi nel prossimo quadriennio (di cui 1,9-2,3 miliardi la sola AVS), anche se l'introduzione della 13esima rendita AVS si tradurrà in maggiori uscite di circa 4 miliardi (prezzi nominali) a partire dal 2026. Il Governo prevede di finanziare la futura 13esima con un aumento dell'IVA. Inoltre, la quota della Confederazione alle uscite dell'AVS dovrà essere ridotta dal 20,2 al 19,5%.

L'AFF ricorda che tali ipotesi sono però caratterizzate da incertezza, in quanto le proposte devono ancora essere discusse in parlamento e l'aumento dell'IVA andrà necessariamente sottoposto a votazione popolare. Un ritardo nel finanziamento della 13esima rendita AVS avrebbe dunque ripercussioni importanti sulle previsioni delle assicurazioni sociali.

Per quanto riguarda poi i Cantoni, si prevede che essi continueranno a generare eccedenze stabili attorno agli 1,3 miliardi. Per i Comuni ci si aspetta che entro il 2028 il risultato dei finanziamenti si riavvicini ai valori pre-pandemia. Il deficit dovrebbe ammontare a circa 500 milioni.

Infine, il tasso d'indebitamento netto dell'insieme delle amministrazioni pubbliche commisurato al prodotto interno lordo (PIL) scenderà probabilmente dal 16,2% nel 2023 al 13,9% nel 2028, un valore chiaramente al di sotto del tasso medio dei Paesi dell'OCSE (46,8%). Il calo del tasso in tutti i settori parziali è dovuto, tra l'altro, alla crescita economica attesa.