Aerei da combattimento Consegnato il referendum contro i nuovi caccia

ATS

17.6.2020 - 12:05

Il consigliere agli Stati Carlo Sommaruga (PS/GE) alla consegna del referendum contro i nuovi aerei da combattimento.
Il consigliere agli Stati Carlo Sommaruga (PS/GE) alla consegna del referendum contro i nuovi aerei da combattimento.
Source: KEYSTONE/ANTHONY ANEX

Il Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE), il Partito Socialista e i Verdi hanno consegnato oggi, mercoledì, il referendum contro l'acquisto di nuovi aerei da combattimento. Secondo il GSsE delle quasi 90'000 firme raccolte, 65'874 sono state vidimate.

Per la riuscita del referendum sono necessarie 50'000 firme valide.

Consiglio federale e Parlamento intendono acquistare dal 2025 nuovi aerei da combattimento per sei miliardi di franchi che dovrebbero sostituire l'attuale flotta di F/A-18- e Tiger. Il popolo sarà chiamato a esprimersi in proposito il 27 settembre: gli svizzeri non voteranno né sul modello di aereo né sul numero si velivoli, ma solo sul principio dell'acquisto.

Gli oppositori ai nuovi jet da combattimento sostengono che i costi siano troppo elevati. Questo denaro manca altrove: nell'istruzione, nei trasporti pubblici o nell'AVS.

Sull'intera durata di vita degli aerei da combattimento – si legge nel comunicato odierno del comitato referendario – l'acquisto approvato a cuor leggero dal Parlamento costerà ai contribuenti addirittura 24 miliardi di franchi se si aggiungono i costi d'esercizio e di manutenzione alla spesa iniziale di 6 miliardi di franchi. Per il consigliere nazionale dei Verdi Fabien Fivaz (NE) – citato nella nota – è chiaro: «è uno spreco di soldi irresponsabile. Questi soldi andrebbero piuttosto usati per salvaguardare i posti di lavoro o combattere il cambiamento climatico – soprattutto durante l'attuale crisi».

Anche dal profilo della sicurezza l'acquisto di questi aerei da combattimento di lusso è insensato: «Per garantire anche in futuro i servizi della polizia aerea, basterebbe acquistare degli aerei da combattimento cosiddetti leggeri, che costerebbero molto meno e sono pure meno inquinanti dal profilo ambientale e acustico. Il Dipartimento della Difesa non ha però neanche preso seriamente in considerazione questi concetti alternativi», aggiunge il consigliere agli Stati socialista Carlo Sommaruga (GE).

Una efficace difesa aerea è garantita anche senza nuovi jet in quanto le Forze aeree svizzere sono molto ben equipaggiate nel confronto internazionale anche dopo che i 54 Tiger F-5 saranno messi fuori servizio, sottolinea il GSsE in un comunicato. Gli F/A-18 esistenti sono sufficienti per svolgere la missione di polizia aerea, soprattutto perché la Svizzera è circondata da amici. Inoltre è stato compiuto recentemente un ammodernamento della flotta degli F/A-18.

I sostenitori dei nuovi caccia – tra cui PLR, UDC, PPD, PBD, PVL e PEV – controbattono che la protezione della popolazione è tutt'altro che un «lusso».

«La sicurezza per le persone, per le nostre famiglie e la loro libertà nel futuro sono i fondamenti della stabilità e della prosperità economica», viene indicato in un comunicato odierno. La sicurezza della Svizzera è garantita da un'intera rete: ambulanze, polizia, vigili del fuoco, protezione civile e anche l'esercito come ultima riserva di sicurezza a terra e in volo. La rimozione di un componente di questa catena indebolirebbe l'intera rete di sicurezza.

Il GSsE si è sbagliato non solo per quanto riguarda la necessità di una sostituzione. Il GSsE sostiene anche che il denaro potrebbe essere meglio utilizzato nel sistema sanitario, mescolando mele e pere, scrive oggi il PLR.

L'acquisto di nuovi aerei da combattimento e i conseguenti costi d'esercizio sarebbero finanziati esclusivamente dal budget dell'esercito. Secondo il PLR si tratta di una semplice ripartizione delle finanze dell'esercito. E: «I soldi non mancheranno 'altrove' e non verranno nemmeno portati via».

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