Coronavirus Organizzato il rimpatrio di 10 svizzeri dalla Cina

ATS

31.1.2020 - 15:16

Il DFAE e l'UFSP hanno fornito oggi le ultime informazioni riguardanti il virus.
Il DFAE e l'UFSP hanno fornito oggi le ultime informazioni riguardanti il virus.
Source: KEYSTONE/PK

Sono 10 gli svizzeri che vogliono tornare in patria: il rientro avverrà nei prossimi giorni grazie alla collaborazione con la Francia. 

Lo ha indicato venerdì Hans-Peter Lenz, capo del Centro di gestione delle crisi del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Al momento, ha precisato Lenz, sono circa 500 i cittadini svizzeri in viaggio in Cina iscritti su «Itineris», il portale del DFAE su cui registrarsi quando si viaggia all'estero. Di essi una decina si trovano nella provincia di Hubei, dove si trova la città di Wuhan.

La Confederazione non dispone di personale in quella regione, ha indicato Lenz, precisando che questi cittadini svizzeri sono tuttavia in costante contatto via telefono, per email o via chat con gli specialisti del DFAE. Al momento sono tutti in buona salute e sono al sicuro.

A disposizione 10 posti su di un volo francese

Lunedì 26 gennaio uno di essi ha inoltrato alle autorità elvetiche una richiesta di rimpatrio e nel frattempo le persone interessate sono diventate 10. Tre di essi sono nella città di Wuhan, le altre sette ad alcune ore di macchina dall'epicentro dell'epidemia.

Il DFAE ha immediatamente reagito, prendendo contatto con altri paesi, ad esempio Germania o Francia, che hanno molti più cittadini nella regione di Wuhan e dispongono quindi di più mezzi.

La Francia ha messo a disposizione degli svizzeri una decina di posti sul suo secondo volo di rimpatrio: un primo aereo ha già raggiunto Marsiglia questo pomeriggio. «Siamo estremamente grati a Parigi per questo aiuto», ha affermato il direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Pascal Strupler.

Mobilità difficoltosa

Lenz ha aggiunto che i 10 cittadini elvetici dovranno raggiungere entro domani in giornata il consolato francese a Wuhan: le sette persone che vivono fuori città devono organizzarsi autonomamente, anche se il DFAE ha fornito loro tutti i documenti e i lasciapassare necessari a certificare che hanno un volo pronto a portarli fuori dalla Cina.

La situazione a livello di viabilità è al momento molto limitata, con check point e controlli ovunque.

Tutti i test effettuati finora in Svizzera negativi

Intanto l'Ospedale universitario di Ginevra, dove si trova il Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE), ha riferito a Keystone-ATS che da martedì il laboratorio ha esaminato circa un centinaio di campioni di pazienti sospettati di aver contratto il coronavirus e che i test sono risultati tutti negativi.

La hotline messa a disposizione dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) non ha per il momento rilevato alcun panico legato al coronavirus. Oggi a mezzogiorno avevano chiamato la linea telefonica gratuita circa 170 persone, tre volte in meno rispetto all'epidemia dell'influenza suina nel 2009.

L'afflusso è «moderato» rispetto ad altre infezioni, ha dichiarato a Keystone-ATS Cédric Berset, portavoce del centro di telemedicina Medgate a Basilea incaricato dall'UFSP della gestione del servizio di informazione.

A contattare la hotline sono in particolare i viaggiatori che rientrano dall'Asia e persone che intendono fare un viaggio e vogliono informarsi dei mezzi per proteggersi e delle eventuali restrizioni. Al numero gratuito messo a disposizione dall'UFSP da ieri pomeriggio ricorrono anche specialisti e medici.

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