PandemiaDopo lo stallo i casi di Covid aumentano, Masserey: «La situazione rimane incerta»
mp, ats
9.3.2021 - 16:47
Dopo una situazione di stallo di due settimane, il numero di nuove infezioni giornaliere da Covid-19 è di nuovo in aumento. Lo ha dichiarato oggi Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), nell'abituale incontro con i media: «La situazione è incerta».
mp, ats
09.03.2021, 16:47
09.03.2021, 17:42
SDA
«Rispetto alla scorsa settimana constatiamo un leggero aumento dei casi e, visti gli allentamenti introdotti il primo marzo, dobbiamo prestare la massima attenzione all'evoluzione della pandemia», ha esortato Masserey.
Questa tendenza verso un leggero aumento è visibile in tutte le regioni e in tutte le categorie d'età, ha spiegato Masserey. L'incidenza è di 168 casi per 100'000 abitanti negli ultimi 14 giorni, contro i 160 della settimana scorsa.
Numero dei ricoveri stabile
La responsabile della Sezione malattie infettive dell'UFSP ha dipinto la situazione in chiaroscuro. Da un lato, il tasso di riproduzione del virus, che ha un ritardo di 10 giorni, è di 1,09 e in quasi tutti i cantoni – salvo quattro – è superiore a 1. Inoltre il 70% dei casi di Covid-19 individuati appartengono a nuove varianti, di cui 4'194 a quella britannica, che è più contagiosa.
Dall'altro lato, il numero di ricoveri in ospedale così come il numero di pazienti nelle terapie intensive, rimane stabile seppur a un livello alto. Le cifre aggiornate parlano di 174 persone in cure intense a causa del Covid-19.
I decessi, che oggi, martedì erano 13, sono invece in leggera diminuzione e tra gli over 65 non c'è più una sovra mortalità.
Aperture possibili nelle case anziani
Grazie alle vaccinazioni, è stato inoltre possibile introdurre degli allentamenti nelle case di cura e per anziani, in particolare dopo la seconda dose. Per questi anziani uscite prudenti e maggiori interazioni sociali sono possibili, sempre però indossando la mascherina e prestando attenzione alle misure di igiene.
«I residenti vaccinati, ha proseguito Masserey, sono, in larga misura, protetti dalla malattia, inclusa la forma grave di Covid-19, già due settimane dopo la seconda dose». Possono riprendere le attività tra di loro, le regole di visita e di uscita possono essere allentate «con cautela», ha aggiunto.
Ai vaccinati: «Dovete proteggere gli altri»
Le persone vaccinate due volte possono anche avere più interazioni sociali con altre persone vaccinate, secondo Masserey. «Ma chiunque sia stato vaccinato deve continuare a proteggere gli altri» e rispettare le regole d'igiene, in particolare l'uso di una maschera negli spazi pubblici.
«Perché non è ancora certo in che misura la vaccinazione possa prevenire la trasmissione», ha aggiunto. »Il virus è ancora molto presente e la maggior parte della popolazione non è immune», ha detto.
Con i test di massa migliore gestione della epidemia
Dal canto suo il presidente della Task Force Covid-19 della Confederazione, Martin Ackermann, ha dichiarato che «con i test di massa possiamo gestire meglio l'epidemia, con le vaccinazioni possiamo vincerla». Per questo, occorrono maggiori somministrazioni di vaccini.
Ackermann non ha nascosto che dall'inizio dell'anno le infezioni sono nettamente diminuite, grazie anche alle misure introdotte il 18 gennaio.
Tuttavia dalla metà di febbraio si assiste a un aumento dei casi a causa delle nuove varianti. Per questo motivo risulta difficile dire come evolverà il numero di contagi, ha aggiunto il presidente della Task Force.
Hauri: «Nuovi segni di un peggioramento»
Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo e presidente dell’Associazione dei medici cantonali, ha fatto riferimento al numero in crescita di nuovi casi di Covid-19. «È essenziale, dice, osservare ora le misure igieniche in modo molto coerente, come mantenere la distanza, lavarsi le mani e limitare la mobilità. La nuova strategia di test pone i cantoni di fronte ad una sfida logistica», spiega.
Secondo lui ci vorrà sicuramente tutto il mese di marzo prima che i test di massa funzionino correttamente in Svizzera.
Due fattori di rischio
Secondo Martin Ackermann vi sono in particolare due fattori di rischio: le nuove varianti stanno diventando predominanti e gli allentamenti favoriscono i contatti. Per frenare la pandemia occorre quindi vaccinare il più rapidamente possibile la popolazione a rischio, ma anche diminuire i contatti e la mobilità delle persone.
Attualmente il numero di persone vaccinate è ancora troppo basso e la maggioranza della popolazione non è ancora immune, ha aggiunto Ackermann.
A quando più ampie aperture?
A un giornalista, che gli chiedeva quando secondo lui si possono prevedere più ampie aperture (primo aprile? 15 aprile?), il presidente della Task Force ha ribadito che gli esperti non prendono decisioni, ma analizzano la situazione dal punto di vista scientifico e mettono a disposizione i dati ai politici, affinché possano più facilmente prendere le decisioni.
Ciò che bisogna assolutamente evitare, secondo Ackermann è un effetto yo-yo, ovvero aprire tutto e subito per poi dover richiudere in seguito. Per questo è importante individuare i casi tramite test nelle aziende e nelle scuole e ciò più volte la settimana, per poter ritornare gradualmente alla normalità, come auspicato venerdì dal Consiglio federale.
Aperture a piccoli passi
Lo scienziato non può immaginare un improvviso ritorno alla normalità. Ci vorranno una serie di piccoli passi, alleggerimento graduale, anche se gli studi più recenti indicano che le persone vaccinate sono meno o non contagiose. Ma su questo punto rimangono delle incertezze.
Ma, ciò che è certo è che si apriranno dapprima i luoghi dove sussiste minor rischio, come quelli all'esterno rispetto ai luoghi chiusi, e dove c'è meno gente concentrata, ha precisato ancora Masserey.
Un milione di vaccini a marzo?
Le quantità di dosi di vaccino ricevute aumentano di mese in mese, afferma da parte sua la vicedirettrice dell'UFSP, Nora Kronig. «Le vaccinazioni stanno procedendo secondo i piani. Abbiamo ricevuto mezzo milione di dosi a gennaio, e circa 640.000 dosi a febbraio. Attendiamo l'arrivo di un milione di dosi a marzo». I volumi elevati sono previsti in particolare a maggio e giugno.
Kronig, ringraziando i cantoni per la loro flessibilità in merito alle carenze di approvvigionamento all’inizio di quest’anno, ha ribadito che l'obiettivo è completare la vaccinazione delle persone vulnerabili nel primo trimestre e avviare la vaccinazione di altri gruppi nel secondo. Resta valido l'obiettivo generale di vaccinare tutti coloro che lo desiderano entro la fine di giugno.
Acque reflue analizzate per dare l'allarme in futuro
Christoph Ort, dell'Eawag, l'Istituto federale svizzero delle scienze e delle ricerche dell'acqua, ha effettuato analisi delle acque reflue mediante test PCR con dei colleghi dell'EPFL e dell'EPFZ in diverse regioni della Svizzera fin dall'inizio della pandemia alla fine di febbraio del 2020: «Siamo già stati in grado di rilevare il Covid in campioni presi il 28 e 29 febbraio inTicino».
Le curve osservate si sovrappongono in gran parte a quelle delle nuove infezioni, ha fatto notare lo scienziato. Il processo, tuttavia, ha rivelato una parte dell'iceberg non rilevata con altri metodi, probabilmente i casi non diagnosticati, in particolare nel periodo «calmo» tra la prima e la seconda ondata.
«Possiamo tracciare abbastanza bene la progressione della pandemia basandoci sui nostri campioni, ha spiegato Ort. È un indicatore indipendente e relativamente poco costoso della progressione nel tempo. E soprattutto, i nostri studi servono come sistema di allarme precoce per la prossima ondata».
I ricercatori hanno ora avviato una nuova campagna di misurazioni di sei mesi: dall'inizio di febbraio l'acqua di sei impianti di trattamento è stata analizzata ogni giorno. Sperano di poter ricavare una stima accurata del tasso di riproduzione e di sviluppare un sistema di allerta precoce.