PandemiaCOVID-19: allungata la lista dei Paesi a rischio con l'obbligo di quarantena al rientro
ATS
22.7.2020
Le persone appena tornate da un viaggio in uno Stato inserito da poco nella lista dei Paesi a rischio, aggiornata proprio oggi, devono annunciarsi lo stesso alle autorità, affinché si decida su un'eventuale quarantena. Impossibile, infatti, intensificare ancora i controlli alle frontiere.
Lo ha ricordato oggi, mercoledì, ai media Stefan Kuster, responsabile per la malattie trasmissibili presso l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Kuster ha citato la relativa ordinanza la quale prevede un effetto retroattivo di 14 giorni per impedire l'eventuale trasmissione del coronavirus.
Lista estesa ad altri 15 Paesi
La Svizzera ha esteso l'elenco dei Paesi considerati a rischio di infezioni da coronavirus. A partire da domani, giovedì 23 luglio, la quarantena sarà obbligatoria al rientro da 42 paesi, rispetto ai 29 già presenti finora sulla lista. Sono stati aggiunti, fra gli altri, Bosnia, Montenegro e Messico, mentre sono stati stralciati Svezia e Bielorussia.
La situazione epidemiologica nei Paesi inclusi ora nell'elenco è peggiorata, ha spiegato oggi l'UFSP.
Dall'inizio di luglio è obbligatoria la quarantena al ritorno in Svizzera da alcuni Paesi considerati ad alto rischio di contagio. Le persone interessate devono presentarsi alle autorità cantonali entro due giorni. Queste ultime verificano il rispetto della quarantena mediante controlli sporadici.
E se un Paese viene messo nella lista durante un soggiorno?
In merito ai Paesi a rischio Kuster ha precisato che la lista di questi ultimi viene modificata a seconda della situazione epidemiologica globale, senza che vengano fissate scadenze precise, poiché la situazione può cambiare abbastanza velocemente.
Insomma, se una persona dovesse decidere di trascorrere le vacanze in Spagna e questo Paese dovesse finire sulla lista durante il suo soggiorno, deve sottoporsi alla quarantena, che piaccia o meno.
Bisogna quindi fare i conti con una certa imponderabilità: come più volte affermato negli incontri precedenti coi media, «è il virus che determina il ritmo».
In merito alle liste dei passeggeri di voli provenienti da Paesi a rischio, Kuster ha sottolineato che l'UFSP sta studiando la possibilità di una registrazione online dei dati salienti.
Circa l'obbligo di quarantena, egli ha richiamato alla responsabilità individuale, spiegando che è impossibile controllare tutti a tappeto, un compito d'altronde espletato dai Cantoni.
Tuttavia, la stesura delle liste di Paesi a rischio ha avuto anche un effetto preventivo: molte persone hanno deciso semplicemente di non partire per l'estero, preferendo rimanere a casa, e annullando un viaggio previsto da tempo.
Impossibile intensificare i controlli alle frontiere
A proposito della situazione in Svizzera, Kuster ha sostenuto che si nota un certo incremento dei casi di positività (soprattutto nei Cantoni di Argovia, Zurigo, Vaud, Ginevra e Berna) e di ospedalizzazioni, ma l'importante è che le autorità siano in grado di ricostruire le catene infettive, che il virus insomma non sfugga di mano, e ciò a prescindere dal numero di casi confermati giorno dopo giorno.
Circa i controlli alle frontiere che qualcuno vorrebbe inasprire, secondo Kuster è impossibile controllare il flusso di persone - un milione - che giornalmente varca il confine del nostro Paese, specie via terra, per esempio sui treni o in auto.
Controlli serrati come quelli messi in atto durante la prima ondata rischiano inoltre di causare problemi non solo all'economia, ma soprattutto al sistema sanitario, che dipende molto dai lavoratori esteri.
Un'opinione condivisa da Martin Ackermann, che dal primo agosto prenderà le redini della task force scientifica creata dalla Confederazione per il coronavirus sostituendo Matthias Egger.
App SwissCovid: «Più dati si hanno meglio è per tutti»
Ackermann, docente di microbiologia al Politecnico federale di Zurigo e all'Istituto di ricerca sulle acque (Eawag), ha spezzato ancora una volta una lancia in favore dell'applicazione di tracciamento SwissCovid. Il fatto che gli operatori Salt e Sunrise facciano pubblicità all'app invitando i propri abbonati a scaricarla è un'azione benvenuta, ha affermato.
A detta del professore, quanti più dati si hanno su come e dove si muove il virus, meglio è per tutti, poiché ciò consente di adottare per tempo misure protettive che consentono di convivere col virus, limitando i danni alla popolazione e all'economia.
Per il futuro, nell'attesa di un vaccino, sarà importante tenere sotto controllo la malattia, facendo in modo di non vanificare gli sforzi intrapresi finora per abbassare la curva dei contagi.