EpidemiaCovid-19: per Berset la Svizzera era pronta
ATS
23.6.2020 - 10:03
Il ministro della sanità Alain Berset respinge le critiche sulla mancanza di preparazione da parte della Svizzera all'inizio della pandemia di Covid-19. E aggiunge che una situazione come quella di fine gennaio non si ripeterà.
In un'intervista pubblicata oggi dai quotidiani La Liberté e Le Nouvelliste, il socialista friburghese spiega che fin dall'inizio il Consiglio federale ha creato un apposito gruppo di lavoro (National Covid-19 Science Task Force) e che l'epidemia è stata monitorata già in gennaio.
«Non è corretto dire che non eravamo pronti», ribatte Berset, ma fino a quando il virus non era noto non si potevano produrre i test di depistaggio. E poi in seguito tutti li volevano». «Abbiamo fatto ciò che era necessario», conclude.
«E oggi sappiamo molto di più sul virus rispetto all'inizio della crisi», aggiunge il ministro della sanità. «Sono ottimista, la situazione alla fine di febbraio-inizio marzo non si ripeterà».
Si può migliorare
Berset ammette comunque che c'è sicuramente un margine di miglioramento. Il suo dipartimento sta attualmente riesaminando il piano pandemico con tutte le parti coinvolte per apportarvi delle correzioni, precisa.
Berset nota poi che, malgrado la situazione sia migliorata in Svizzera e in Europa, su scala globale il numero di nuove infezioni non è mai stato così alto. Per dire che per avere sotto controllo l'infezione di Sars-CoV-2 bisognerà prima avere un vaccino efficace.
Cultura dimenticata?
D'altro canto, in qualità di ministro della cultura gli è stato fatto notare che diversi artisti si sentono abbandonati. In merito, Berset ha indicato che il pacchetto di aiuti ammonta finora a 280 milioni di franchi, un importo superiore al budget annuale stanziato dalla Confederazione per la cultura.
L'aiuto, previsto per due mesi, sarà prorogato fino a settembre e «speriamo di tornare presto a una qualche forma di normalità», ha auspicato.