Covid Covid, il buono di 50 franchi criticato da quasi tutti i cantoni

fc, ats

6.10.2021 - 17:35

La proposta del Consiglio federale di ricompensare con 50 franchi chi convince qualcuno a farsi vaccinare contro il Covid non piace ai cantoni. In molti hanno chiesto all'esecutivo di rinunciarvi.

Immagine d'illustrazione
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sda

6.10.2021 - 17:35

Per aumentare la quota di immunizzati e poter così eliminare le restrizioni legate al certificato sanitario, il Consiglio federale ha proposto venerdì una «offensiva di vaccinazione».

Questa iniziativa, dal costo di 150 milioni di franchi, si tradurrebbe in una settimana nazionale di vaccinazione, unità mobili supplementari, offerte d'informazione personali e buoni di 50 franchi per chi convince qualcuno a immunizzarsi.

La consultazione su queste misure termina oggi, una decisione sarà presa tra una settimana.

L'idea dei buoni non piace nella Svizzera tedesca...

«Sì alla settimana della vaccinazione, no al buono di 50 franchi» è il titolo della dichiarazione rilasciata dall'esecutivo di Appenzello Interno che riassume molto bene la posizione di numerosi altri cantoni. La decisione di vaccinarsi non dovrebbe essere presa attraverso ulteriori pressioni o incentivi monetari, ma per considerazioni sanitarie e di solidarietà, sostengono ad esempio San Gallo e Turgovia.

Da parte sua, Argovia si lamenta dell'onere amministrativo che verrebbe creato dai buoni. Glarona ritiene i buoni ingiusti per coloro che sono già vaccinati. Inoltre un pagamento per un atto di solidarietà viene considerato contrario alle usanze elvetiche.

... e nemmeno in Romandia

«Non è nella solita mentalità della Svizzera», aveva indicato sulla RTS qualche girono fa il ministro della salute ginevrino Mauro Poggia. Ai suoi occhi, questa misura, che lo lascia «personalmente scettico», è «anche un'ammissione di impotenza».

Friburgo parla di una forma di «ricatto» e di un provvedimento eticamente discutibile.

Il governo vodese propone una strategia alternativa, di offrire la sierologia alle persone esitanti al fine di determinare il loro livello di immunità e promuovere un approccio unito. Il beneficiario può destinare un «premio» a programmi di vaccinazione in paesi a bassa copertura vaccinale o a ONG o istituzioni internazionali che lavorano in questa direzione.

Basilea Città in controcorrente

Basilea Città si schiera invece a favore dei buoni, ma a condizione che questi vengano pagati dalla Confederazione.

Tre giorni fa, sulle colonne della Sonntagszeitung, anche il presidente dei direttori cantonali della sanità, Lukas Engelberger, aveva espresso opinioni cautamente positive sull'idea dei buoni: «l'idea di un premio di 50 franchi potrebbe essere un incentivo per uscire dall'incertezza», aveva sostenuto.

Anche i bus non fanno l'unanimità

Alcuni cantoni sono anche scettici sull'aumento del numero di autobus per le vaccinazioni. I governi di Svitto e Obvaldo dubitano che ci sia personale qualificato sufficiente.

Il Canton Vaud precisa di aver attuato questa pratica sin dall'inizio della vaccinazione. Ritiene che queste unità mobili dovrebbero essere dispiegate in luoghi identificati dove il tasso di vaccinazione rimane basso.

Per Friburgo, l'organizzazione e la logistica da mettere in atto sono sproporzionate rispetto allo sforzo che rimane da fornire. Anche il Cantone si oppone all'informazione individuale. Questo approccio può essere percepito come aggressivo e invadente, scrive nella sua presa di posizione scritta.

fc, ats